23 luglio, 2005

Prigionieri nella G.Riotta


Ormai siamo quasi tutti prigionieri nella G.Riotta. In questa caverna sono incatenati gli uomini che non possono, a causa della catena, volgere il capo: essi vedono delle ombre proiettate da un fuoco sulla parete di fronte a loro. Le ombre appartengono ad oggetti collocati su un muricciolo della strada che costeggia l'esterno della spelonca. Per i prigionieri, dunque, la verità non può essere altro che l'ombra degli oggetti. Il celebre mito di Platone, dianzi riassunto, semplificato e parafrasato, si adatta perfettamente a descrivere la condizione in cui è costretta a vivere oggi più che mai quasi tutta l'umanità. Per questo motivo ho deciso di riprenderlo (vedi I giornalisti alla ricerca della verità: infatti qualsiasi dispaccio di un'agenzia di stampa è diffuso, in tempi rapidissimi, dalle varie emittenti televisive, dai quotidiani per diventare non una versione dei "fatti" più o meno attendibile e quindi da verificare, neppure una verità, ma la VERITA'. Qual è codesta VERITA'? E' in atto uno scontro tra culture: i buoni (gli occidentali) aggrediti proditoriamente dai cattivi (gli altri). Tale schema semplicistico, che fa apparire persino sofisticata una concezione manichea del mondo, è ormai applicato costantemente sicché è divenuto un riflesso condizionato alla Pavlov. Attentato=Islam=terrorismo= Al Qaeda... Nessuno, o quasi, ormai si domanda che cosa si nasconda dietro questa fantomatica organizzazione; nessuno, o quasi, sa che il server che ospita il sito di Al Qaeda è in Texas; nessuno, o quasi, comprende che il terrorismo internazionale affonda le sue radici in un diabolico progetto teso alla creazione di un superstato mondiale; nessuno, o quasi, nota le incongruenze, gli errori, la superficiale conoscenza della religione maomettana..., che caratterizzano questi maldestri e avventati "Kamikaze" musulmani. Così continuiamo a vivere in questa dimora sotterranea, a scambiare le ombre per le cose, mentre se qualcuno, avendo visto la luce, torna poi nella G.Riotta per tentare di convincere gli ignari prigionieri che si sono sempre sbagliati, non è allora "oggetto di riso"? Platone docet e, come lui, altri meno famosi, ma sempre animati dal desiderio di andare oltre le apparenze anche solo per insinuare un dubbio negli uomini ridotti a cani da laboratorio. E "la luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno ricevuta." Se poi in questa G.Riotta tenebrosa anche i suoni hanno un'ECO falsa, sappiamo di chi può essere la responsabilità.

P.s. Consiglio la lettura degli illuminanti testi di Blondet, Icke, Pamio... per chi volesse evitare di sfracellarsi sugli scogli, essendo stati ammaliati dal canto delle sirene di certa "informazione".

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