13 agosto, 2005

Belzebush

BelzebushCirca duemila anni or sono, un uomo dall’energia formidabile, dall’oratoria vigorosa e dalle idee, per alcuni versi, geniali ma molto confuse, cominciò una predicazione da cui lentamente ebbe origine una setta che, con il passare del tempo e, soprattutto, grazie all’interessato sostegno di un imperatore megalomane, diventò, introdotti i necessari adattamenti, una chiesa molto potente.

Quell’uomo forse epilettico, certamente camaleontico ai limiti dell’opportunismo, si sbagliò praticamente su tutto: era sicuro di un imminente ritorno del Messia che non avvenne; pensava che la progressiva, irrefrenabile diffusione del suo vangelo avrebbe redento l’umanità, l’avrebbe riconciliata con il Creatore, poiché il male sarebbe arretrato dinanzi alla religione dell’amore e della fratellanza.

Con il senno di poi, possiamo asserire che quei generosi sogni si sono infranti contro il muro di una realtà impermeabile agli ideali più alti, contro una storia dominata da violenza, sopraffazione, ingiustizia con un contorno d’intrighi, congiure, calunnie... contro una natura matrigna. Il tutto, poi, in un crescendo spaventoso, dalla strage di Masada sino ai più recenti genocidi e alle attuali carneficine. Per elencare tutte le scelleratezze non basterebbe l’enciclopedia Treccani.

Se qualcuno rivelasse a quell’entusiasta ma ingenuo apostolo dei gentili che il suo messaggio, ammesso che egli fosse in buona fede –cosa di cui taluni dubitano- è stato così spudoratamente e vergognosamente disatteso, Shaul-Paolo si sentirebbe un fallito di prima categoria.

Se qualcuno gli facesse sapere che, nel mondo d’oggi, circa un miliardo e mezzo di persone è conteggiato nelle statistiche come professante, in un modo o in un altro, il credo cristiano, laddove in realtà, nell’ambito di questa oceanica moltitudine umana, a mala pena, qualche migliaio mette in pratica i principi da lui proclamati, come reagirebbe colui?

Tuttavia, forse, prima di farsi prendere dallo scoramento, dalla disperazione più nera, Shaul-Paolo potrebbe ricevere il sollievo, anzi il benefico balsamo di una notizia che ha confortato qualche mese addietro l’intera umanità.

Infatti quell’intelligente, mite, saggia, colta, nobile creatura che alloggia in una casa che è immacolata e bianca come la sua purissima anima, ha dichiarato (si aggiunga questa perla ad una già preziosa collana) di essere pio. È così: la serafica creatura ha affermato che, da buon cristiano quale egli è, ogni mattina, prima di cominciare la sua impegnativa giornata di uomo dedito, con singolare abnegazione e con intemerata volontà, al bene delle nazioni tutte, ha affermato, dicevo, di dedicare alcuni minuti alla preghiera.

Siete increduli, scettici? Gente di poca fede!
Io, invece, ci credo: per me la sua asserzione è vera, verissima.

Ogni mattina Bush prega... prega Belzebù.

P.S. Sull'apostolo dei gentili, consiglio di leggere il saggio di M. Pincherle, Paolo, il falso discepolo di Gesù, un fondamentale contributo di un insigne archeologo e semitista per comprendere il vero ruolo del fondatore del Cristianesimo.

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