18 luglio, 2006

Santi all'inferno

Si racconta che Francesco d’Assisi, approdato in Egitto ed ospite del Saladino, che tentò invano di convertire al Cristianesimo, fu interpellato dal suo anfitrione più o meno nel modo seguente: “ Se voi cristiani siete contrari, memori degli insegnamenti evangelici, alla violenza, perché avete intrapreso le crociate contro i musulmani?” Il poverello d’Assisi, con una scaltrezza degna del politico più machiavellico, rispose:” E’ vero: nel Vangelo è scritto “Porgi l’altra guancia”, ma anche “Io sono venuto per portare la spada”. Pertanto in alcuni casi la violenza è lecita e giustificata.” In fondo, Francesco riprese il funesto insegnamento del lascivo vescovo d’Ippona che inventò l’ossimoro della “guerra giusta”, ipocrita ossimoro tanto caro ai sostenitori dell’O.N.U. ed agli assertori delle “guerre umanitarie” (sic), delle missioni di “pace” e via discorrendo.

È per questo che si dice che il difetto è nel manico, ossia in un testo umano, troppo umano gabellato per parola di Dio. (Vedi L’ambiguità del sacro). Poco importa se l’ episodio che ho riassunto corrisponde al vero oppure se è un aneddoto “edificante”, poiché è comunque eloquente: infatti dimostra come un santo considerato pressoché unanimemente un esempio sublime di mansuetudine e di amore, persino (atteggiamento rarissimo all’interno del Cristianesimo) per gli animali, possa essere diverso dall’immagine agiografica cui siamo abituati. D’altronde, se così fosse, Francesco sarebbe in buona compagnia, con tutti quei “santi” fanatici e sanguinari di cui è pieno il calendario della Chiesa cattolica, da “Sant”’Elena, ex tenutaria di un postribolo ed istigatrice di delitti, a Stepinac, il massacratore di Serbi e di Ebrei, canonizzato in tempi rapidissimi da Sua “santità” Giovanni Paolo II, solo per citare due degli innumerevoli criminali della Chiesa diabolica massonica romana.

La sciagurata risposta di Francesco al sultano è addotta da tutti quei cattolici che si trincerano dietro le incoerenze del “sacro” per legittimare la loro RealpolitiK. Sono gli stessi che cianciano di carità e di solidarietà, parole vuote in bocca a poltroni con la tonaca o con la mitra.

Lo sgusciante parere è diventato uno scudo anche per i Cavalieri Templari cattolici d’Italia. Tuttavia, giacché spesso gli aspetti comici e farseschi si mescolano a quelli tragici, il ridicolo Ordine monastico-cavalleresco dall’ampolloso nome e rigorosamente papista, più che una confraternita, è l’Armata Brancaleone.

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