17 febbraio, 2007

La Sindone: un inganno? (seconda parte)

Preciso che il presente testo non ambisce ad essere esaustivo: si tratta, infatti, solo di uno stimolo per una riflessione.

Sulla Sindone è stato condotto un numero enorme di studi che hanno considerato gli aspetti iconografici, antropometrici, storici, religiosi, biochimici, medico-anatomici… Non ho certo la presunzione di formulare una mia ipotesi sull’origine del lenzuolo né esprimermi sull’autenticità. Vorrei solo esprimere qualche mia idea in proposito.

Tra coloro che negano l’autenticità della Sindone, ricordo in primo luogo i ricercatori, come Picknett e Prince e che la attribuiscono a Leonardo da Vinci, che avrebbe usato un procedimento fotografico ante-litteram. Questa ipotesi sembra essere smentita dai riferimenti cronologici, giacché le prime testimonianze relative alla Sindone risalgono a circa due secoli prima. È vero, però, che la fisionomia del viso sindonico mostra analogie con il volto di Leonardo da Vinci.

Christopher Knight e Robert Lomas pensano che l’immagine del sudario potrebbe essere quella di Jacques de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari, seviziato, flagellato e crocifisso dall’inquisitore Imbert nel 1307. L’ipotesi dei due studiosi è giudicata in genere poco plausibile, perché la loro ricostruzione presenta inesattezze e lacune.

Sabato Scala, specialista degli Esseni e di Cristianesimo delle origini, reputa che il procedimento per creare la Sindone, sia codificato nel Vangelo gnostico di Filippo.

Rob Solàrion sostiene che il volto sindonico presenta numerose congruenze con le fattezze di Apollonio di Tiana, così come sono delineate in un busto del filosofo e taumaturgo tianeo. Lo studioso individua altri nessi tra Cristo ed Apollonio, ricordando correttamente che l’indiscussa storicità del filosofo si contrappone ai dubbi sulla reale esistenza di Cristo. Solàrion inoltre evidenzia le somiglianze iconografiche tra i busti del Tianeo e molti dipinti bizantini che raffigurano Gesù.

Holger Kersten ed Elmar R. Gruber sono persuasi che Gesù non morì sulla croce: pertanto il volto è quello di un uomo ancora vivo e non risorto.

Altri opinano che siamo in presenza di un artefatto creato con un bassorilievo di bronzo o con altre tecniche più o meno complesse.

Non manca chi sostiene che, per le sue caratteristiche, l’immagine del sudario non può essere un manufatto, né un dipinto né un rudimentale dagherrotipo né un’immagine impressa usando sostanze chimiche.

Dopo questa breve e necessariamente incompleta carrellata, vorrei indugiare su qualche aspetto della Sindone che credo non sia stato mai messo in luce. In primo luogo, il Quarto vangelo afferma che il corpo di Cristo fu avvolto non in un lenzuolo, ma in bende. Ora, o l’autore del vangelo spirituale mente o mentono gli estensori dei sinottici. In entrambi i casi un’ombra si proietta sulla supposta veridicità dei libretti.

I sindonologi non si sono quasi mai concentrati su quel taglio obliquo che sale dalla destra dell’osservatore alla sinistra con una modesta inclinazione tra il collo ed il mento dell’uomo: sembra un richiamo a Giovanni Battista che fu decapitato, stando alla tradizione. Se così fosse, bisognerebbe considerare l’origine ed il significato del taglio per comprendere meglio il significato dell’immagine.

Mi chiedo infine, ammesso e non concesso che la Sindone sia genuina, che senso avrebbe la resurrezione del Messia politico, Giovanni di Gamala, messo a morte dalle autorità romane, nella persona di Pilato, come sedizioso. Non potrebbe trattarsi di un falso ben congegnato da qualche abile stregone al soldo della Chiesa nicena? Costui, forse avvalendosi di conoscenze e tecniche segretissime, tramandate da una sinistra confraternita il cui sapere affonda nell’antico Egitto, riuscì a creare l’incredibile immagine sindonica. Nella terra dei faraoni, sacerdoti-maghi di una civiltà primordiale custodivano sorprendenti cognizioni e tecniche che consentirono loro di erigere le piramidi di Gizah: qualcuno forse ereditò quel sapere.

Ammettiamolo: la Sindone è l’unica freccia rimasta nella faretra della Chiesa per avallare, in una certa misura, complici i vari Baima Bollone e bigotti simili, la versione ufficiale a proposito della presunta resurrezione di Cristo, dopo che gli studi di archeologi, biblisti, semitisti, storici hanno completamente distrutto l’edificio di menzogne e mistificazioni su cui si basa la dottrina delle chiese paolino-costantiniane. Si potrebbe trattare di un’abilissima contraffazione realizzata con strumenti prodigiosi ed inimmaginabili: non dimentichiamo che certe tecnologie erano alla portata di popoli antichi. Ad esempio, la piattaforma di Baalbek del peso di svariate tonnellate, fu eretta da una misteriosa razza in un passato lontanissimo.

Secondo alcuni studiosi, sulla base dell’analisi compiute su testi Sumeri, per resuscitare un morto bisogna generare una irradiazione protonica omogenea e perpendicolare al corpo.

Forse un giorno accadrà per il telo sindonico quel che successe alla donazione di Costantino: l’umanista Lorenzo Valla nel De falso credita et ementita Constantini donatione dimostrò in modo inoppugnabile che il documento con cui il sovrano cedeva alla Chiesa di Roma la parte occidentale dell’impero, era un testo spurio elaborato dalla cancelleria pontificia nell’VIII secolo.

In fondo so chi potrebbe aver ordito l’inganno, creando un falso tanto perfetto e so anche con quale scopo. Dietro l’imbroglio, uno dei tanti all’interno della cospirazione del Cristianesimo, si potrebbero celare coloro che sono usi a proiettare ologrammi…


Fonti:

Vittorio Pesce Delfino, E l’uomo creò la Sindone, Bari, 1982
Luigi Garlaschelli, Processo alla Sindone, Roma, 1998
Carlo Claudiana, Sindone: una sfida alla scienza ed alla fede, 1998
Holger Kersten, Elmar R. Gruber, The Jesus conspiracy The Turin shroud and the truth about resurrection, 1994


Ringrazio Paolo per le preziose informazioni bibliografiche fornite.

Leggi qui la prima parte.

6 commenti:

  1. SI'!
    I MIEI (o nostri) AMICI?
    BELLISSIMA IPOTESI! SENZ'ALTRO CONDIVISIBILE!
    buona domenica!
    Angela

    p.s.
    Giorgio ha detto:
    Zret teme di essere preso in giro!
    a te l'inmancabile intuizione! circa cosa!!!!
    aspettando Godot!

    RispondiElimina
  2. Ciao Angela, in effetti esistono tecnologie ignote o quasi e registi occulti. Ci dileggino pure i camerieri di Passivissimo: loro ed il loro smidollato, cretino, ignorante, sdolcinato giovin signore mi fanno soltanto pena. Sono dei falliti, degli inetti, dei servi del potere. Via costà con li altri cani!

    Ciao

    RispondiElimina
  3. Non si sa cosa dire circa la storicità di Gesù di Nazareth e di conseguenza dell'autenticità o meno del lenzuolo sindonico. Entrambe gli argomenti appaiono talmente ingarbugliati che non sembra poi tanto disdicevole lasciar perdere e continuare a vivere come se le due cose non avessero poi così grande importanza.L'argomento della storicità del Messia di Galilea ha tenuto occupate nell'ultimo quarto di millennio le menti e le penne di un buon numero di studiosi.Tuttavia volenti o nolenti l'evidenza esterna al NT si riduce in pratica a nulla. Abbiamo i due riferimenti che leggiamo nelle 'Antichità Giudaiche' di Giuseppe Flavio. Il cosiddetto Testimonium Flavianum sul quale s'è discusso ad infinitum venne probabilmente redatto dal Vescovo Eusebio di Cesarea al tempo o al massimo subito prima del Concilio di Nicea. Il brano appare talmente pedestre da non aportare alcun elemento utile che non ci sia già noto dalla lettura dei quattro Vangeli. Dirò di più: a ben vedere esso è come un condensato, una sintesi del Simbolo Niceno. Assomiglia davvero molto nella sua 'allure' ad una professione di fede in breve. Da notare però che l'interpolatore ha abilmente imitato la lingua ed il lessico di Giuseppe Flavio.
    Ci sono poi i riferimenti al movimento cristiano nei tre autori latini Plinio il Giovane, Tacito e Svetonio. Ammessa e non concessa la loro autenticità, si tratterebbe di notizie brevissime inerenti a vicissitudini della primitiva setta cristiana e che non offrono nessun dettaglio circa avvenimenti rigurdanti il Gesù storico.Per di più Filone d'Alessandria quasi coevo del Messia di Nazareth non accenna mai nelle sue opere ad una figura spirituale di così grande imponenza. Lo storico Giusto di Tiberiade nato verso il 50 dell'era volgare e pertanto attivo dopo alcune decadi, nella sua opera relativa alla storia dei Re d'Israele non fa il minimo cenno a tradizioni relative ad un Gesù che sarebbe vissuto proprio nella sua zona appena mezzo secolo prima. Il Patriarca bizantino Fozio che nel Nono Secolo aveva ancora accesso a tale documento storico espresse il suo stupore nel non trovare in esso alcun dato circa il Gesù storico.

    Un cenno merita pure la teoria dello studioso indipendente Daniel Unterbrink,teoria sulla quale egli ha imbastito un paio di volumi pubblicati negli ultimi anni. In essi egli cerca di dimostrare che, mancando negli storici del tempo qualsiasi riferimento valido, risulta giocoforza concludere che il Gesù raffigurato dai Vangeli non poteva che essere...un altro. In sostanza egli sarebbe stato Giuda il Galileo, figura di Messia rivoluzionario vissuto alcune decadi prima. Per fare ciò l'Unterbrink si appoggia, tanto per cambiare, agli scritti di Giuseppe Flavio. Ma secondo me è molto più verosimile il procedimento secondo cui sono stati proprio gli autori dei Vangeli e degli Atti - in specie Luca - ad attingere a piene mani agli scritti del Flavio. Come noto, essendo gli Evangelisti a corto di notizie circa le vicende biografiche del loro 'theios aner', si sono visti costretti a saccheggiare numerosi brani dell'Antico Testamento -Zaccaria, Isaia,Salmi, Daniele - nonchè le recenti opere flaviane 'Antchità Giudaiche' e 'Guerra Giudaica'.
    Ne fecero uscire un ritratto non propriamente coerente- in pratica tutt'altro che coerente- ma di grande efficacia e di immenso impatto religioso ed emotivo.
    E allora? Allora il credente non può esimersi dall'esprimere la propria frustrazione delusione e -perchè no? - amarezza di fronte a tale presa di coscienza.
    Rimane però l'interrogativo di fondo: che cosa vi fu alle radici del Cristianesimo? Mi rifiuto categoricamente di sposare tesi assurde secondo le quali esso non sarebbe altro che la riedizione della religione di Babilonia, creata per sottomettere e violentare le coscienze degli uomini dei secoli e millenni successivi. In esso esiste od è esistita al contrario, seppur fra mille distorsioni, una corrente spirituale genuina, autentica.La cosa può anche non piacere per mancanza di affinità profonde, ma ad onor del vero così mi pare che sia.

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  4. Ciao Paolo, credo che il vero cristianesimo sia quello della Gnosi, scaturita dall'insegnamento del Messia sacerdotale del Vangelo di Giuda Tommaso. La corrente ellenistica fu una deviazione che poi prese il sopravvento sulle altre tendenze. Non è un caso se gli Ellenisti si accanirono contro gli Gnostici che, per esempio, di solito consideravano YHWH un demiurgo malvagio.

    Ciao e grazie.

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  5. Questo recente articolo presenta una tesi molto simile a quella che ho esposto in Chi erano veramente gli arconti? (inedito) e in Dei oscuri. Il titolo è proprio Dark gods... singolare coincidenza.

    Gli Gnostici, secondo me, avevano ragione.

    http://ufo.whipnet.org/creation/dark.gods/index.html

    Ciao

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  6. Ciao Pedro, più passa il tempo e più mi accorgo che i fondamenti della Gnosi sono precisi. Quanto al passo cui ti riferisci, ora non ricordo. In ogni caso, se è un cenno dell'Apocalisse, si ricordi che tale libro originariamente era, per quanto attiene il suo nucleo, centrale, un testo gnostico. Questo spiega miolte cose. Nei Telchini ieri ed oggi (inedito) ho riflettuto su fenomeni che saggi ed iniziati del passato compresero. La Bibbia contiene delle anticipazioni, (ma soprattutto i testi di Qumran) nei passi in cui rivela un influsso esterno. Ciao!!!

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