18 aprile, 2007

Giustizia criminale

Diligite iustitiam qui iudicatis terram - Amate la giustizia voi che giudicate la terra.

Le forze dell'ordine non servono a creare il disordine, ma a preservarlo.(?)

La cronaca nera è piena di delitti particolarmente efferati che restano impuniti o quasi.

Esemplari di come “funzioni” la "giustizia" sono quelle denunce di donne vessate e percosse da mariti o fidanzati violenti. Queste denunce, come le richieste di intervento alle forze dell’”ordine”, di fronte a pericoli incombenti, aggressioni, intimidazioni… sono destinate quasi sempre a cadere nel vuoto. Un giorno, infine, il fidanzato, amante o marito in questione, preda di un raptus (?), spesso per gelosia, uccide la vittima delle sue angherie. Allora dai quotidiani si viene a sapere che la donna assassinata aveva sporto denuncia contro l’uomo, che si era rivolta alla Polizia, ai Carabinieri, alla magistratura per ottenere una protezione qualsivoglia. Si celebra il processo e, tra un’attenuante e l’altra, ricorrendo a mille cavilli, espedienti, sconti di pena ed indulti, il colpevole esce dal carcere dopo pochi anni.

Qual è l'errata conclusione cui giunge l’opinione pubblica al cospetto di queste tragedie, di queste plateali iniquità? Le persone pensano che la "giustizia" sia oltremodo superficiale ed inefficiente. È vero il contrario. Assodato che funzione precipua della “giustizia” (se si esclude qualche rarissima eccezione) è difendere i criminali più pericolosi, i lestofanti al potere, si deve dedurre che la “giustizia” assolve egregiamente il suo compito, che è quello di accanirsi contro innocenti e ladri di polli, per lasciare che gli scellerati imperversino e restino impuniti.

Non si tratta quindi di insipienza e di inerzia, ma di una deliberata, volontaria, dolosa condotta volta a calpestare diritti e libertà. Chi sono i magistrati? Se si esclude qualche rara avis, costoro sono persone di somma ignoranza, vanità e perfidia, il cui successo professionale è stato conseguito con affiliazioni… particolari. Non si ottiene niente, senza dare qualcosa.

In fondo, la giustizia italiana attuale (e non solo) è molto simile a quella descritta da Manzoni nei Promessi sposi: il podestà di Lecco, che dovrebbe intervenire a favore di Renzo per perseguire i soprusi di don Rodrigo, è sodale del signorotto e colluso con i delinquenti. Decidere di rivolgersi alla magistratura affinché siano tutelati i propri interessi e difesi i propri diritti è come affidare il patrimonio ad un ladrone.

In caso di bisogno, piuttosto che confidare nelle forze dell’"ordine" e negli organi della giurisdizione civile e penale, è preferibile accendere un cero in chiesa per veder esaudito il desiderio di equità. Non si conclude nulla lo stesso, ma costa molto meno di un avvocato.

3 commenti:

  1. "Decidere di rivolgersi alla magistratura affinché siano tutelati i propri interessi e difesi i propri diritti è come affidare il patrimonio ad un ladrone."

    ecco perchè c'è chi risolve i problemi col "fai da te" per cui invece di ricevere giustizia incappa nella Giustizia...quella tosta!(esem.il caso di Erba).
    ciao Zret
    notteee!

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  2. Giustizia sommaria che sostituisce una giustizia inesistente. Ciao! Buona notte anche a te!

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  3. Come ho già avuto modo di dire, un sistema dominato da un numero impressionante di norme non è nè un sistema efficiente, nè equo. Se poi aggiungiamo a queste mancanze che i ricchi possono permettersi avvocati migliori e giudici "migliori" il quadro che ne abbiamo è quantomai sconfortante.

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