31 luglio, 2009

Convegno ufologico nel Piacentino

Il Centro culturale "Galileo" organizza per il giorno 8 agosto 2009 il convegno "U.F.O. sotto le stelle", fenomenologia U.F.O. nel territorio piacentino. Tra i relatori interverrà il biologo Giorgio Pattera.

Leggi qui tutte le informazioni sull'evento e qui la locandina.


APOCALISSI ALIENE: il libro
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Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum

Dream

Maurits Cornelis Etscher (Leekwarden 1898, Hilversum 1972) è il noto disegnatore ed incisore olandese, la cui arte, che prese l'avvio da una meticolosa riproduzione della natura, dalla seconda metà degli anni Trenta, sotto l'influsso di studi inerenti alla topologia ed alla cristallografia, approdò alla raffigurazione di "immagini mentali". Il ricorso alle divisioni periodiche del piano, a forme geometriche elementari iterate in serie contigue, a figure zoomorfe, che grazie ad effetti optical ed a contorni ambivalenti trapassano le une nelle altre in surreali metamorfosi, creano un universo di paradossi percettivi. In molte xilografie e litografie divenute famose, Escher articola prospettive illusorie, strutture tridimensionali impossibili, ma fondate su una logica ferrea. Sono mondi di aberrante razionalità, dove i vuoti costruiscono gli oggetti, secondo gli orizzonti della Gestalt.

L'arte, talora cerebrale del visionario incisore, scava in inquietanti archetipi, rifulge di cupe intuizioni in un'opera come Dream. Escher raffigura in primo piano un cardinale dormiente. E' supino, le mani incrociate sull'addome. I particolari rassicuranti (il capo mitrato adagiato sul guanciale, la stola... ) sono contraddetti dal volto rigido del porporato il cui sonno sembra quello della morte, ma soprattutto dalla gigantesca mantide che sovrasta minacciosa il prelato. E' una raffigurazione onirica: il sogno, lungi dall'essere una momentanea digressione dal reale, uno scivolamento nel fantastico, è l'unica, vera realtà. Una dimensione popolata da sinistre creature irrompe nel mondo e vi si accampa visibile a chi serra gli occhi fisici. Coesistono piani differenti che si intersecano e collidono.

L'intera creazione si squaderna nella litografia: il mondo minerale prende forma nelle architetture con le volte a crociera che sorreggono il peso insostenibile del nulla; il regno vegetale si impietrisce nei capitelli fitomorfi; il regno delle ombre nell'insetto dallo sguardo bieco e terribile. Le volte a crociera poi si stagliano sulla nera, vertiginosa volta dello spazio trapuntato con gli spilli degli astri.

Escher, attingendo ad una fonte di simboli ancestrali, sembra descrivere un universo dove una morte immobile avvolge involucri di vite agonizzanti ed in cui un dominio oscuro (coagulato nelll'osceno connubio tra Roma e la mantide?) immerge gli esseri nel sonno dell’ipnosi.

E' solo un sogno, certamente, ma un sogno che, dissoltosi con il lucore dell'alba, apre la porta di un incubo.



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29 luglio, 2009

La "cultura" della menzogna

Alcuni antropologi hanno definito "cultura della vergogna" la mentalità tipica di popoli antichi che ponevano al vertice della loro scala di valori la reputazione (in greco timé). Gli eroi omerici aspirano alla gloria e preferiscono morire che essere disonorati. La civiltà che pone al centro il senso del peccato e della contrizione è stata, invece, denominata "cultura della colpa". Il Medioevo "cristiano" è l'incarnazione di questo modo di pensare.[1] E' indubbio che, se intendiamo mutuare questa terminologia, si adatta alla nostra epoca lo stigma di "cultura della menzogna". E', infatti, la menzogna, in tutte le sue forme da quelle smaccate a manifestazioni tanto più sottili quanto più perniciose, il sigillo di codesti ultimi tempi. Imbroglioni mediatici ed organici al sistema si impancano per proclamare verità bugiarde. La "storia" e la "scienza" attuali sono intessute di falsità a tal punto da essere snaturate: in realtà sono ormai soltanto propaganda. Il mendacio è l'unica funzione di Jakobson all'interno della comunicazione, l'unico scopo.

Quel che è più grave non è l'inveterata abitudine dei media ad inventare, mentire, contraffare tutto, piuttosto il contagio che si è esteso alla società tutta. Italo Svevo, nel romanzo La coscienza di Zeno, aveva intuito che l'habitus dell'uomo contemporaneo è l'autoinganno. Lo si potrebbe definire anche bias di conferma. Se dapprincipio l'individuo è, in parte, ancora conscio dell'autoinganno, con il passare del tempo, il viluppo di autogiustificazioni soffoca l'ultimo respiro di verità. In una perversa spirale, la menzogna si alimenta di altre menzogne. Ombre fittizie sostituiscono gli eventi, la ripetizione ossessiva delle fandonie è grancassa assordante. "Luca Bianchini è lo stupratore romano", ribadiscono i mezzani ed i mezzibusti. La "prova" del D.N.A. lo inchioda: che questa "prova" sia un mito ed uno strumento per incastrare uno qualunque da gettare in pasto alla folla inferocita per nascondere il vero colpevole, non ha alcuna rilevanza, poiché ormai quasi nessuno più cerca di capire da sé.[2]

Come giudicare tutti quei sofismi, quei cavilli da causidici che, con l'apparenza del vero, irretiscono a volte anche l'opinione pubblica più scaltrita? Quando la bugia sfacciata non è più efficace, i ciarlatani ricorrono agli "argomenti" speciosi, ad una logica capziosa. Armati di "conoscenze scientifiche " e di "fonti accreditate", colpiscono con mirabile precisione i dubbiosi, coloro le cui coscienze intormentite cominciano appena a destarsi. Imbonitori dai pessimi propositi, sanno come circuire i lettori, simili a boa le cui spire si attorcigliano con letale lentezza al corpo della preda. Di fronte a queste mefistofeliche strategie, alle parole melliflue, spesso anche persone avvedute capitolano. E' la maledizione del linguaggio che non comunica più, ma condiziona. E' un linguaggio in cui i distinguo servono paradossalmente ora ad appiattire tutto, a dipingere una grisaille indistinta, ora ad inculcare nei fruitori un senso di inferiorità nei confronti degli "esperti". Tutto viene delegato a loro: nessuno deve compiere un'indagine in modo autonomo, perché l'uomo libero potrebbe imbattersi in una verità da occultare.

La cultura della menzogna ha partorito in senso letterale una stirpe di imbecilli, ossia di persone prive di sostegno (baculus) bisognose di sostegni, di protesi, di arti finti: ecco perché, in un'era - si ripete - all'insegna della scienza, della logica e della ragione, è ancora tanto diffuso il bisogno di credere, non in Dio, naturalmente, ma nel suo surrogato tecno-scientifico, la Televisione.


[1] Si tratta di generalizzazioni e, come tutte le generalizzazioni, sono riduttive, ma qui servono ad articolare il ragionamento.

[2] E' sospetto che il caso Bianchini, dopo che l'accusato ha chiesto che fosse ripetuto l'esame genetico, paia già caduto nell'oblio.



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27 luglio, 2009

U.F.O. a Sanremo, ieri ed oggi

Come è noto i fenomeni ufologici, per quanto molto più frequenti in questi ultimi decenni, non sono peculiari della nostra epoca: infatti non mancano testimonianze e resoconti che risalgono all’antichità, al Medioevo ed all’età moderna (Basilea, Norimberga) in cui sono descritti clipei, (letteralmente "scudi") travi infuocate, globi, strane "stelle". Sia in alcune opere d'arte sia in testi letterari e cronache sono effigiati o ricordati fenomeni aerei anomali.


Ieri

Nel 1627 a Sanremo furono avvistate "luci fantasma", ripetutamente tra giugno ed ottobre. Le luci furono viste presso l’allora convento dei Cappuccini che sorgeva nell'area attualmente occupata dal solettone e dalla stazione delle autolinee, a ridosso di Piazza Cristoforo Colombo.

Erano bagliori che comparivano nelle ore notturne, con un aspetto simile a grandi torce e dalla luminosità molto intensa. Il fenomeno convinse la diocesi di Albenga, da cui allora dipendeva Sanremo, in seguito ad una precisa richiesta di papa Urbano VIII (1623-1644) cui era giunta notizia dei fatti, a svolgere un'indagine attraverso questionari distribuiti a tutte le persone - pare fossero migliaia - che avevano notato quelle luci. Tutti confermarono l’avvistamento, ma non si addivenne ad una spiegazione.


Oggi

Sempre a Sanremo, il 29 maggio 2009, alle ore 21.00, è stata ripresa una sfera che si muoveva da Nord-Ovest verso Sud-Est a circa due chilometri in linea d'aria dal punto di osservazione. L'oggetto ha sorvolato il centro della città per poi scomparire all'improvviso. Qualche giorno prima si era verificato un evento simile.

Il 30 maggio 2009 alle ore 21.30 circa abbiamo avvistato un oggetto dall'apparenza sferoidale che stazionava sopra il crinale di una montagna nell'immediato entroterra della città: la luce, di colore bianco azzurrognolo e pulsante, dopo circa 25 minuti, ha cominciato a scendere per sparire, infine, dietro lo spartiacque montano.

Il 15 luglio, sulla verticale del litorale ligure hanno stazionato per alcune ore due sfere luminose, distanti tra loro diverse centinaia di metri. Gli oggetti non identificati sono quindi improvvisamente scomparsi alla vista, così come erano apparsi.

Nei vari casi, le sfere hanno mostrato colori cangianti, bianco-dorato, celeste o verde chiaro.

Anche il 26 luglio 2009, verso le 21.15, è stato filmato un globo brillante che ha incrociato sopra il litorale: dopo un paio di minuti, è scomparso, come se si fosse dissolto.

Di che cosa si tratta? Sono ordigni extraterrestri? Entità di luce ultradimensionali? Sonde aliene?

N.B. In testa all'articolo alcuni fotogrammi tratti dal filmato qui sotto.



Fonte:

B.M., Avvistato un altro U.F.O. nei cieli di Sanremo, 2009



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26 luglio, 2009

Anima mundi

Se rileggiamo le opere dei classici, ci accorgiamo di come essi riuscissero a descrivere la natura, a differenza degli autori contemporanei la cui vista annebbiata consente loro soltanto di pasticciare qualche abbozzo. Su questa discrepanza mi sono soffermato in Descrizione cui rimando. Qui vorrei accennare ad un altro aspetto: non si tratta solo di declino della cultura, ma di un cambiamento della percezione, dovuto ad un ottundimento della capacità di creare e ricreare in sé la realtà.

Possiamo solo costruirci un'immagine assai vaga di come fossero gli scenari nel I sec. a.C., quando Virgilio, con la sua sensibilità, dipingeva boschi, campagne, fiumi, litorali... Quale luce e quali colori dovevano splendere dinanzi agli occhi! Che cosa poteva significare la contemplazione di una fonte cristallina immersa tra le ombre verdeggianti di lecci! Veramente era possibile avvertire il sacro nella voce del vento, nel respiro di una nuvola, nella sinfonia dei suoni. Le ninfe e tutti le altre creature che abitavano negli alberi, nelle sorgenti, nascoste in umidi anfratti o insinuate tra le onde, non erano invenzioni di poeti e di mitografi, ma i palpiti di una natura viva, fremente.

L'Anima mundi si spargeva in lacrime di luce ed in raggi di pioggia, echeggiava nei versi di cantori, nelle note dei citaredi. Il sole, la luna, le costellazioni disegnavano le linee del destino e fili invisibili legavano gli uomini al cosmo. Soprattutto l'Anima mundi pervadeva le anime, simile ad un chiarore che, a poco a poco si spande in una camera, scivolando lungo gli strombi di una finestra. Era un'osmosi tra "esterno" ed "interno": il sangue scorreva nelle vene del mondo per irrorare, dopo essere stato depurato, le arterie del cuore.

Oggi l'esistenza è strozzata: in molti un'anima residuale è stata risucchiata. La vita è stata trasmutata al contrario, da afflato in energia elettrica.

Assistiamo ad una metodica distruzione della Terra. Senza più linfa, il pianeta è una mummia, un cadavere rinsecchito.



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24 luglio, 2009

The silicon crops

Il vero cambiamento non solo prescinde dallo sviluppo tecnologico, ma è in contrasto con esso.

La nuova stagione dei pittogrammi nel grano è stata seguita con entusiasmo da molti ricercatori ed appassionati. Parecchie persone si chiedono quali messaggi trasmettano questi crop circles e soprattutto che significato assuma l'evoluzione dei glifi che, comparsi come cerchi, con il passare degli anni, hanno assunto forme sempre più complesse, articolate e cifrate. Quando si affronta un fenomeno tanto elusivo, non si deve scartare alcuna ipotesi e bisogna ponderare tutte le ipotesi esplicative, cercando pure di comprendere quali potrebbero essere gli artefici dei disegni nei campi di cereali. Trascuriamo tutte le creazioni dei circlemakers ed i falsi, resta un repertorio di figure che, allo stato attuale degli studi, potrebbero essere attribuite ai seguenti artefici:

- La Terra
- Civiltà extraterrestri
- Militari
- Entità di altre dimensioni

Poiché la Terra è un essere vivente, non è impossibile che essa si esprima con questo alfabeto misterioso. E' un'interpretazione che certo suscita la derisione degli scientisti, ma non priva di fondamento, sebbene sia difficile ricondurre tutte le tipologie di glifi, anche quelli dal disegno tecnologico ed "alieno" a Gaia.

Gli ufologi di solito attribuiscono i pittogrammi alle star nations e vi vedono una correlazione con il calendario Maya, i cui snodi temporali sarebbero codificati in varie formazioni. Le civiltà delle stelle preannuncerebbero il loro prossimo ritorno, adombrato pure in antichi testi di culture per lo più americane.

Uno sparuto gruppo di studiosi ritiene che i crop circles siano creati dai militari forse con apparati a microonde, nell'ambito di una manipolazione tesa a far leva su "miti" oggi diffusi, come l'attesa palingenetica per il 2012 ed il contatto con popoli delle stelle. Certo, risulta in contraddizione con questa congettura che elicotteri militari sorvolino le aree in cui si formano le sinopie, cercando di allontanare curiosi ed investigatori. A volte i velivoli intervengono, allorquando si manifestano sfere di luce che sono forse all’origine di alcune formazioni.

Chi vede in azione delle entità provenienti da altre dimensioni, si fonda su una concezione dell'universo in cui si compenetrano differenti piani di realtà. I piani superiori sono abitati da esseri la cui biologia sarebbe basata sulla matrice carbonio-silicio, sul silicio e sulla luce. (Ipotesi dell'universo armonico).

E' arduo districarsi: se conoscessimo con certezza chi sono gli autori dei simboli, comprenderemmo qualcosa in più del loro significato, fermo restando che gli emblemi sono polisemici e stratificati, quindi difficili da decifrare ed inesauribili nei loro valori pregnanti. Non è neppure certo che i destinatari dei messaggi siano gli uomini. Forse, invece di indugiare su presunte valenze semantiche, occorrerebbe indugiare sul senso degli aspetti formali: si nota allora, di là dalle diversità apparenti, una costante platonica (geometrica) collegata alla fisica iperdimensionale nonché a fenomeni cosmici e biologici, a cambiamenti (tutti naturali?) in atto nel pianeta, nel sistema solare e non solo. Qualcuno ci vuole avvisare circa immani eruzioni di plasma solare, foriere di disastri per l'umanità? Se è così, che senso ha usare questo linguaggio in codice per predire eventi che paiono ineluttabili? Forse questi cambiamenti fisici sono soltanto il riflesso di una trasformazione più profonda che trascende la stessa materia-energia. In tal caso, il mutamento radicale sul piano storico ed empirico sarebbe il sigillo di un processo metastorico, il battesimo di fuoco (si pensi alla Fenice di Yatesbury del 12 giugno 2009) suscitatore di una rigenerazione. E’ probabile che andremo incontro ad un cocente disinganno: l’arrivo del veltro non è così vicino.

Fra i recenti pittogrammi, quello di Alton Priors (Inghilterra) apparso il 21 giugno 2009, è un "testo" che pare segnare una svolta, poiché include una specie di matrice tecnologica, una lunga "coda" di circuiti integrati che sembrano nel contempo una scrittura arcana ed arcaica. Alle consuete coordinate cronologiche e cosmiche (il sestante ed i pianeti), si aggiunge un'appendice sintetica (tre filamenti del D.N.A.?) che lascia un po' perplessi. Siamo al cospetto di una fenomenologia che potrebbe lasciar intravedere, almeno in qualche caso, l'ombra di un regista occulto. D’altronde alcuni personaggi addentro le segrete cose accennano ad un passaggio dell’umanità ad una matrice carbonio-silicio: ciò appare - ricordando comunque che i veri orizzonti sono spirituali e non tecnologici - poco rassicurante, perché sono le tetre élites a vagheggiare una trasformazione degli uomini in esseri bionici.

In tale quadro interpretativo di correlazione tra organico ed inorganico, cruciale appare il celebre glifo di Chilbolton incentrato sul silicio. In fondo anche il virus è una sorta di macchina: un avvertimento circa le insidie di un "progresso" tutto all’insegna della tecnologia?

Occorre usare il discernimento per vagliare i singoli casi ed evitare sia un’ingenua ed acritica lettura dei crop circles, seguendoli come un oroscopo da rotocalco, sia la sufficienza degli accademici che si rifiutano di studiare un fenomeno che, piaccia o no, è peculiare di questi ultimi decenni.


Articolo correlato: Brian L.Crissey, Analisi del Codice di Chilbolton, 2007

Si ringrazia il gentilissimo Richard di A.G. per la collaborazione nella ricerca.



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22 luglio, 2009

Gli esseri esadattili di Akakor

Akakor è una città ricordata nei miti di alcune tribù brasiliane, gli Ugha-Mongulala, i Dacca e gli Haiscia. Il giornalista Karl Brugger, entrato in contatto nel 1972 con queste etnie amazzoniche, riferì per la prima volta le loro saghe che abbracciano il periodo dalla creazione del mondo ai nostri giorni. Le leggende ricordano scintillanti vascelli scesi dal cielo sulla terra, accompagnati da suoni fragorosi e da fiamme nonché di potenti visitatori venuti da un sistema stellare chiamato Schwerta. Questi visitatori portarono agli uomini le loro conoscenze e si allontanarono prima che si abbattesse un cataclisma.

Brugger collocò Akakor tra Brasile e Perù, nelle profondità della selva amazzonica, presso le sorgenti del Purus, uno degli affluenti del Rio delle Amazzoni.

Secondo Tatunca Nara, sovrano degli Ugha-Mongulala, Akakor avrebbe prosperato fin dal XII millennio a.C., e da Akakor sarebbe originata la cultura di Tiahuanaco e la cultura Inca. Inoltre Tatunca Nara riferì a Brugger che un gruppo di S.S. aveva raggiunto in sommergibile Akakor alla fine della seconda guerra mondiale: i Tedeschi si integrarono nella vita della tribù.

Brugger scrisse di aver viaggiato nell'alto Purus insieme a Tatunca Nara, ma non di aver mai raggiunto la mitica Akakor. La sua canoa si rovesciò e, persi viveri e medicinali, non se la sentì di proseguire a piedi.

Scrive Dino Vitagliano nell'articolo intitolato Il regno di Akakor: "Nel 13.000 a.C. brillanti navi dorate scesero nelle giungle lussureggianti del Sud America guidate da maestosi stranieri con la carnagione bianca, il volto contornato dalla barba, folta chioma nera con riflessi blu, sei dita alle mani e ai piedi. Affermarono di provenire da Schwerta, una costellazione lontanissima con innumerevoli pianeti, che incrocia la Terra ogni 6.000 anni. Sconosciuta la tecnologia in loro possesso: pietre magiche per guardare ovunque nel mondo, arnesi che scagliano fulmini e incidono le rocce, la capacità di aprire il corpo dei malati senza toccarlo.

Con infinito amore donarono agli Indios il lume della civiltà e gettarono le basi di un impero vastissimo che comprendeva Akakor, l’imprendibile fortezza di pietra nella vallata sui monti al confine tra Perù e Brasile, Akanis in Messico e Akahim in Venezuela, le grandiose città di Humbaya e Patite in Bolivia, Cadira, Emin sul Grande Fiume e maestosi luoghi sacri: Salazare, Tiahuanaco e Manoa sull’altopiano a sud.

Sotto Akakor, una rete vastissima di tredici città sotterranee, nascoste alla vista degli intrusi, come arterie invisibili percorrono le millenarie foreste brasiliane. La loro pianta riproduce fedelmente Schwerta, la dimora cosmica degli Antichi Padri. Una luce innaturale le illumina all'interno, mentre un ingegnoso complesso di canalizzazioni porta aria ed acqua sin nelle sue profondità.

Il potente dominio, che contava sotto di sé trecentosessantadue milioni di individui, durò tremila anni quando nell'Ora Zero, il 10.481 a.C., gli Antichi Padri ripresero la via del cielo con la promessa di ritornare".

Si tratta di una tradizione notevole e che si correla a varie notizie ed ipotesi inerenti alla paleontologia, alla paleoastronautica ed all'ufologia: in primo luogo i viaggiatori delle stelle erano esadattili (si ricordino testimonianze analoghe circa questo particolare anatomico). Il toponimo Akakor evoca la città cambogiana Angkor, i cui magnifici templi sono disposti in modo da riprodurre la costellazione del Drago.

Tra i vari autori, in particolar modo, è stato Timothy Good in Base Terra a soffermarsi su una comunità di visitatori che si nasconderebbero nella foresta pluviale brasiliana. Qui nel 1964 l'uomo d'affari tedesco Ludwig F. Pallmann, stando alla sua testimonianza, incontrò dei sedicenti extraterrestri provenienti dal pianeta Itibi Ra. Pallmann fu condotto in una piantagione a sud ovest di Iquitos, vicino al confine peruviano con il Brasile, dove gli abitanti di Itibi Ra si sarebbero insediati nel 1946 per dedicarsi a ricerche sulla flora e ad esperimenti di ibridazione. Di questi cosmonauti Pallmann descrive le mani: "Non hanno unghie e la carne particolarmente rosea, sottile e morbida arriva fino all'estremità di ciascun dito. [...] Sembra che siano in grado di analizzare il suono e forse anche di sentire attraverso i nervi sensori delle punte delle loro dita. Più tardi, ebbi anche la certezza che usano le dita come noi usiamo la lingua, per assaggiare ed esplorare, specialmente quando svolgono lavori di ricerca biologica". E’ una "fotografia" molto accurata delle mani, ma l’autore non nota l’esadattilia, evidentemente perché i suoi ospiti non avevano mani con sei dita. Eppure esiste forse un collegamento tra gli ufonauti stanziatisi recentemente nell’Amazzonia e gli antichi uomini delle stelle.

Infatti, stando a Pallmann, "gli alieni avevano localizzato i resti di un’immensa città dimenticata da tempo immemorabile a cui fu dato il nome di Linislam, sepolta sotto uno strato di undici metri di vegetazione tropicale. Laggiù, all’interno di un tempio, scoprirono un enorme simbolo precolombiano che, a quanto dissero, dimostrava che migliaia di anni prima un’altra civiltà extraterrestre era sbarcata per prima sulla Terra. Xiti (donna proveniente da Itibi Ra, n.d.r.) mostrò a Pallmann un simbolo analogo su uno dei pannelli di controllo dell’astronave". (T. Good, op. cit.. p. 433)

Pallmann dunque, con il suo incredibile resoconto, sembra suffragare le leggende riguardanti Akakor, sebbene non si sappia se egli fosse a conoscenza delle tradizioni relative alla fantastica città che non è l’unica struttura sotterranea costruita da misteriose creature di cui si favoleggia.

Meravigliosi insediamenti ipogei scavati da esseri di altri mondi, si troverebbero anche negli Stati Uniti, nelle Isole Salomone, in Romania, in Tibet etc.

Fonti:

K. Brugger, La cronaca di Akakor: mito e saga di un antico popolo dell’Amazzonia, Roma, 1996
T. Good, Base Terra, Milano, 1998
L. Pallmann, Cancer planet mission, London, 1970
G. Pastore, Akakor, un mondo sotterraneo in Amazzonia, 2006
Id., Dei del cielo, Dei della terra, 2006
E. Perrucchietti, P. Battistel, Basi aliene in Romania, in X Times, n. 9, luglio 2009
D, Vitagliano, Il regno di Akakor, 2006
U.F.O., il dizionario enciclopedico, a cura di R. Malini, Firenze-Milano, 2005 s.v. Akakor



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Incontro sull'antica cultura della Lunigiana

Venerdì 24 luglio 2009, con inizio alle ore 20:00, nel magico e suggestivo complesso "Montagna Verde" di Apella (Licciana Nardi – MS), avrà luogo un inedito evento culturale-gastronomico a base di specialità celto-lunigianesi. Seguirà una conversazione di Giorgio Pattera, Biologo e Giornalista, imperniata sull'aura di mistero che avvolge da sempre le peculiarità del territorio, uniche in Italia: le misteriose Statue–Stele antropomorfe.

La serata sarà introdotta da Lorenzo Sartorio, giornalista-collaboratore della “Gazzetta di Parma”. L'ingresso è libero.

Per eventuali prenotazioni (cena e/o pernottamento), ci si può rivolgere all'Agriturismo "Montagna Verde", località Apella di Licciana Nardi (MS) - Tel. 0187-421203/Fax 0187-471450


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20 luglio, 2009

Giustizia

"Non è giusto!" Quante volte abbiamo udito questa protesta! Che cos'è la giustizia? "Dare a ciascuno il suo", splendida ma elusiva risposta. Se è pressoché impossibile definire che cosa sia la giustizia, non di meno sentiamo istintivamente quel che è iniquo. Così ripensiamo con indignazione alla condanna di Socrate nel 399 a.C., condanna alla pena di morte pronunciata dal tribunale di un regime "democratico". Così ricordiamo l'apoftegma di Catone il Censore: "I ladri privati sono in ceppi ed in catene, mentre i ladri pubblici vivono nell'oro e nella porpora". E' una constatazione oggi più che mai valida.

Milioni di persone ogni anno muoiono di fame, di sete, per malattie, a causa di cruenti conflitti fomentati dalle multinazionali e dai governi, in seguito a disastri innaturali. E' giusto? Una decisione di un arbitro non conforme alle attese dei tifosi viene vissuta come la somma ingiustizia. Sarà stato pure il risultato di una decisione poco saggia e meditata, ma è percepito come un delitto di lesa maestà. Blaise Pascal coglieva nel segno, quando notava che è peculiare degli uomini incaponirsi per le bazzecole, trascurando le questioni importanti. Capita sovente di vedere uomini e donne attempati che, invece di rivolgere pensosi l'attenzione al destino che li attende, ancora si impuntano su questioni oziose e risibili, come se potessero vivere in eterno. Non potrebbe essere il loro l'ultimo giorno sulla Terra? Siamo saggi solo in qualche banale consiglio, dispensato con malcelata sufficienza.

Dunque ci scandalizziamo per le imperfezioni, ci irritiamo per i granelli di polvere, ma restiamo indifferenti di fronte alle carneficine ed alla distruzione del pianeta, all'ottenebramento della coscienza. E' fondamentale che sui gerani del nostro davanzale non sgocciolino le stille del bucato steso al piano di sopra, ma se gli aerei diffondono tonnellate di veleni, che ci importa? E' giusto ciò? Anzi, è ragionevole?

Guardiamoci intorno: i criminali governano, viziosi che esibiscono virtù inesistenti; giudici incapaci sputano sentenze, condannando spesso innocenti e ladri di polli; banchieri-usurai decidono le sorti del mondo, mentre il ladruncolo è messo alla gogna; ignoranti in sommo grado pontificano nelle università, mentre intellettuali e scienziati di valore sono emarginati, quando non sono vilipesi e calunniati; tronfi e corrotti soloni legiferano in modo draconiano, laddove i cittadini onesti sono vessati per un'inezia; ministri e sottosegretari vivono nel lusso più sfrenato, mentre gli operai sudano per buscarsi il pane e rischiano ogni giorno la vita per un miserrimo salario... [1] Da per tutto regnano la nequizia, l'ipocrisia, la sopraffazione, ma ammantate dei più brillanti (e falsi) ideali. E' tutto ciò giusto? Chiunque comprende che non lo è, ma, quando si tratta di additare una risoluzione, molti sanno soltanto proporre misure ancora più inique della stessa iniquità o ingenuamente si affidano alle screditate istituzioni.

Guardiamo oltre le apparenze e di là della società umana: la natura, dietro parvenze gradevoli, è un'arena insanguinata. La lotta per la sopravvivenza spinge una fiera contro un erbivoro, il vischio a suggere la linfa di un olmo. Sgomenta il duello mortale tra una lucertola ed una scolopendra: di fronte a questo contrasto feroce, quale autore potrebbe celebrare la bellezza della natura e la razionalità del cosmo? Non tutto ciò che è naturale è anche razionale.

Noi stessi a volte siamo lacerati da sentimenti contrastanti, da passioni infuocate. Non solo, siamo schiavi degli istinti e della materia: dobbiamo nutrirci per sopravvivere. L'inedia rende gli uomini feroci, disposti a tutto. Nacque la leggenda che il conte Ugolino della Gherardesca, divorato dai morsi della fame, si cibò delle carni dei figlioli. Probabilmente non fu così: ma possiamo escludere che un padre non sia indotto dall'impulso infrenabile alla sopravvivenza a compiere un atto tanto abominevole?

Ammettiamolo: siamo creature nate dal fango e che appena hanno sollevato il capo dalla mota, alcuni per contemplare le stelle, ma molti per guardare solo un po' oltre il proprio naso.

Ammettiamolo: la giustizia non può provenire dagli uomini, soprattutto se incuneati nelle strutture di potere.

Infine riconosciamo che, nonostante le meravigliose e perfette geometrie, nonostante le armoniose leggi di natura, un quid irrazionale si è annidato nel cosmo. Saremo onesti se, lungi dal diffamare il mondo, eviteremo anche di considerarlo il migliore dei mondi possibili.

E’ auspicabile tentare di migliorarlo, per quanto è nelle nostre possibilità.


[1] Ovviamente esistono le eccezioni.



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19 luglio, 2009

Oceano enigmatico

Un oceano enigmatico si slarga innanzi a noi. Nessun orizzonte e nessun approdo. Siamo naufraghi ai confini della notte. Restiamo in silenzio a contemplare gli smeraldi delle stelle, mentre vuoti pensieri ci attraversano. Così, anche ora, per un fioco bagliore di infinito, si smarrisce la rotta. Si va alla deriva. Cigolio del timone, fruscio di flutti. Sulla tolda si spande il liquido chiarore di una nube.

Ricordiamo quando tutto cominciò, la genesi del buio, ma abbiamo dimenticato gli anni di questa vita, per sopravvivere all’assalto di volti, voci, attimi, dolorosi sorrisi e lucenti lacrime, alla moltitudine dei giorni perduti che chiedono udienza.

Si spengono le onde sulla riva dell’eterno.



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Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum

18 luglio, 2009

Censura e cesura

Mercoledì 15 luglio Italia Uno ha mandato in onda la trasmissione "Mistero", condotta da Enrico Ruggeri. Senza entrare nel merito della controversa storia che ha per protagonista Giovanna, donna che afferma di essere stata rapita da esseri alieni, è, però, doveroso evidenziare un'"anomalia" della puntata. Mercoledì scorso, infatti, è stato invitato il ricercatore Massimo Fratini che avrebbe dovuto soffermarsi sulle cosiddette milabs, ossia military abductions, i rapimenti perpetrati dai militari e di cui sono poi accusati presunti extraterrestri.[1]

Non è questa la sede per pronunciarsi sullo spinoso tema, ma è sintomatico che l'intervento di Fratini sia stato clamorosamente potato, sicché si è trasformato, giocoforza, in un rapido e generico cenno. Forse qualcuno non vuole che, nel prime time televisivo, sia divulgata una questione tanto scabrosa, da cui si evinca che apparati dello stato sono coinvolti in azioni scellerate. Resta il fatto che questa censura fa il paio con la disinformazione imperante. Così, non appena si scopre e si intuisce che servizi segreti deviati (o servizi segreti tout court?), forze armate, strutture di potere sono implicati in losche operazioni, i vari guardiani del sistema, anche contro la volontà di autori, conduttori e registi, intervengono per insabbiare, ridimensionare e ridicolizzare fatti e ricercatori.

E' una delle strategie peculiari dei Quisling il cui scopo principale è ricondurre gli avvenimenti e le interpretazioni nell'alveo rassicurante, ma falso dell'ufficialità. Questi collaborazionisti, banditori di una visione del reale riduttiva e menzognera, agiscono nell'interesse delle élites, il cui modus operandi è descritto con graffiante precisione dalla direttrice di "X Times", Lavinia Pallotta, nell'editoriale comparso sull'ultimo numero della rivista ed intitolato "La lotta ai parassiti". E' una riflessione che ben inquadra la situazione politica ed economica attuale, forse vicina ad una cesura storica.

Cogliamo l'occasione, nell'ambito di questa glossa, per esprimere la nostra vicinanza all'amica Lavinia.

[1] Si legga su tale soggetto, M. Fratini, Nuove sconcertanti rivelazioni sul caso Giovanna, 2009



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16 luglio, 2009

Animals

E' necessario superare una visione antropocentrica: non si può affermare che la vita di un uomo vale quanto quella di una farfalla, purtuttavia è opportuno riscoprire il mistero e la sacralità della vita e del cosmo nelle sue differenti manifestazioni, negli animali, nelle piante, persino nei minerali. Bisogna evitare il fanatismo di chi vorrebbe imporre una religione della Terra, cui sacrificare tutte le esigenze delle comunità umane. E' evidente che tra uomo e natura non può essere instaurato un rapporto del tutto armonioso: le contraddizioni si possono smussare, non eliminare del tutto.

Nondimeno sarebbe auspicabile un mondo in cui fosse diffusa una coscienza naturale, dove fossero risparmiate inutili e crudeli sofferenze agli animali. Non si tratta di costringere le persone a diventare vegetariane, ma di indurle a riflettere sulle inenarrabili torture che sono inflitte al bestiame. Se si uccidono gli animali, per cibarsi della loro carne, si rinunci ad allevarli in modo inumano. Se si è deciso di macellarli, si eviti loro una morte preceduta da un'atroce e lunga agonia.

Ancora una volta si nota che il tanto decantato progresso corrisponde al suo esatto contrario: difficilmente nel Medioevo i maiali, le oche, i conigli... pativano quanto soffrono oggi negli allevamenti industriali, dove gli animali, costretti in spazi angusti, sono ingozzati di mangimi affinché ingrassino e possano, dopo essere stati scuoiati, disossati e ridotti in quarti, finire sui banchi delle macellerie e sugli scaffali della grande distribuzione.

E' possibile che una parte delle energie distruttive che aleggiano attorno a noi provenga dalle sevizie di cui sono vittime gli animali uccisi nei mattatoi: ogni azione determina delle conseguenze. Emozioni come la paura creano aure grigie e stagnanti, sprigionano energie mortali.

Siamo sinceri: rifuggiamo dall'ecologismo d'accatto dietro cui si nasconde spesso una superficialità estetizzante, se non i loschi scopi di chi fonda un'associazione ambientalista e poi caccia di frodo i rinoceronti in Kenya. Esecrate queste forme ipocrite o dogmatiche di "amore" per la natura, dovremmo veramente imparare ad apprezzare la bellezza di un albero. Dovremmo riconoscere anche negli animali, pure in quelli che ci paiono fastidiosi o insignificanti, delle creature che condividono con gli uomini la (dis)avventura dell'esistenza.

Purtroppo il monito di molte religioni con cui si esortò ad un'empatia con il creato, è quasi sempre caduto nell'oblio. Oggi non solo il pianeta è saccheggiato per il profitto e per un folle impulso di distruzione, ma, rivestiti i disvalori più biechi con orpelli dorati, si agisce per l'annientamento delle coscienze, pontificando di veritas e di caritas.

Non di rado, traditi mortalmente da chi ritenevamo un amico o delusi dagli uomini sub-umani pieni di livida invidia e di astio maligno e bilioso per chi ha cuore, scopriremo negli occhi di un amico animale una silenziosa, solidale fraternità.



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14 luglio, 2009

E' possibile educare?

Se si entra in una libreria, su alcuni scaffali sono in bella mostra libri che potrebbero cominciare a cambiare la sclerotica visione del mondo propria di moltissime persone: sono testi sugli scandali del Vaticano, sulle stragi e gli attentati di stato, sulle guerre fomentate da multinazionali e governi, sulle innumerevoli trame dei poteri forti per controllare i cittadini. Bisogna sottolineare che molti di questi volumi indicano verità parziali o intrecciate ad errori ed incongruenze, a causa o dei pregiudizi ideologici dell'autore o per via dell'intenzione di depistare i lettori, additando uno scenario dietro le quinte oltre il quale, però, se ne nasconde uno assai più inconfessabile.

Questi libri coesistono, fianco a fianco, con gli scartafacci vergati dai gazzettieri in cui sono enfatizzate le versioni ufficiali. La politica editoriale è questa: è evidente, tra l'altro, che i titoli di scrittori non allineati sono destinati a prender polvere ed a finire in qualche mercatino sepolti da cumuli di paccottiglia. Per ora, il sistema, soprattutto per ammantarsi di tolleranza, lascia che certi saggi scabrosi siano pubblicati e venduti, d'altronde più efficace della censura è l'autocensura con cui i cittadini negano o minimizzano tutto ciò che potrebbe turbarli, incrinare la loro rassicurante, anche se falsa Weltanschauung.

Se, però, abbiamo guadato il Rubicone, principiare, con gradualità e prudenza, a diffondere verità scottanti è utile: se una persona riceve degli stimoli idonei, un po' alla volta, delineerà il diagramma degli eventi reali e, qualora superi fasi di rigetto e di autoinganno, potrà divenire più consapevole. Certo, la meta finale, almeno di questo percorso di auto-apprendimento, ossia la convinzione che il sistema opera sempre ed in maniera deliberata contro la popolazione, non sarà raggiunta facilmente e, se avverrà, ci vorrà moltissimo tempo. Tuttavia instillare dubbi che portino ad una revisione dei propri pre-concetti è già un buon risultato.

Si pone il problema per chi ha dei figli di quale strategia pedagogica adottare di fronte alla realtà. Le opzioni sono due: o si occulta loro la realtà, lasciando che la scuola e le altre istituzioni plagino le menti dei bambini, oppure li si educa in modo critico, si trasmettono loro le conoscenze che consentono di non essere manipolati e divorati dal potere. Si può temere che i bambini, nel secondo caso, restino sconvolti. E' un timore comprensibile, ma che va ridimensionato: in primo luogo, la verità è sempre migliore di una menzogna, inoltre i piccoli, almeno sino a sei anni, sono da soli in grado di intuire. Essi desiderano sapere: ingannarli, anche a fin di bene, è deplorevole e controproducente. I piccoli, in modo quasi istintivo, comprendono che un aereo chimico è un pericolo o, per lo meno, qualcosa di anomalo. Con il loro sesto senso, inquadrano le questioni e reagiscono nel modo più efficace, purché non siano stati programmati dalla televisione, dal cinema o da solerti ma ignoranti maestre.

Naturalmente le nuove generazioni dovrebbero essere istruite con moderazione e promuovendo l'innata curiosità: non si possono, ex abrupto, squadernare loro le situazioni più conturbanti. A mio avviso, un impegno quotidiano dei genitori che, alla fine, si traduce in un'accorta e sincera educazione al rispetto di sé stessi, degli altri, della bellezza e dell'onestà, darà i suoi frutti. Altrimenti il rischio è il seguente: che preadolescenti ed adolescenti, lasciati in balia dell'"istruzione" e della propaganda di stato, finiscano tra le grinfie di quel canagliume rigurgitante edonisti, scervellati, disinformatori, pseudo-esperti, psichiatri prodighi di velenosi psico-farmaci, petulanti e protervi professori universitari...

Il pericolo reale è l'annullamento della coscienza, la seconda morte.



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12 luglio, 2009

OGGI SCIOPERO

Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.



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Le prove

Quali sono le prove? Quante volte si riceve questa obiezione! E' un atteggiamento diffuso. "Se non vedo, non credo". "Se vedo, non credo lo stesso". Ci si fida delle versioni ufficiali, ma si è del tutto increduli, non appena una notizia o un'interpretazione oltrepassano di un micron l'angusto orizzonte del proprio sguardo. Ci si fida delle menzogne del dott. prof. esperto in..., con master in.... ma non si accettano altre possibili ipotesi.

E' il solito principio di autorità e poi qualcuno osa affermare che con Galileo la scienza superò definitivamente l'ipse dixit. Sarà...

Le prove: non abbiamo la certezza che il mondo esista al di fuori della coscienza, come possiamo presumere di raccogliere dati apodittici su ogni soggetto? Chi pretende sempre e comunque le prove, non dimostra neppure un atteggiamento empirista, ma fideista, poiché esige una sicurezza che proviene dall'esterno e dagli altri. Ha bisogno di stampelle, senza le quali non può camminare; ha bisogno di un bastone, senza cui il passo è malfermo, vacillante.

Volete le prove? Cercatele! Volete le prove? Abituatevi ad osservare, a studiare, a riflettere. Le troverete, se riuscirete a scrollarvi di dosso il conformismo, la pigrizia, l'inettitudine. Compito improbo: chiediamo ad un goffo piccione di librarsi in volo maestoso e regale come fosse un'aquila.

Volete le prove? Cercatele in voi stessi: provate a vedere se la vostra intuizione aderisce ai fatti o presunti tali. Voi che richiedete con forza riscontri inoppugnabili, siete i primi ad essere abbindolati da chi vi ammannisce prove solide e scientifiche (com'è sempre pronunciata ore rotundo questa parola!), rigorosamente false.

Volete le prove? Guardate negli occhi una persona! Guardate oltre il visibile e vedrete un barlume. Il vero problema è un altro: non volete vedere, distogliete lo sguardo, serrate gli occhi, vi turate le orecchie, ma ancora reclamate dimostrazioni fondate. Ecco in questa caparbia, spesso noiosa rivendicazione è la prova regina, quella della stupidità umana, di chi si lascia infinocchiare da ciarlatani ed imbonitori e, nel contempo, si rifiuta in modo pervicace di prendere in considerazione qualsiasi verità destabilizzante. Si continui pure a credere alle bugie della televisione e di Fichipedia. E' più facile crogiolarsi in una tranquillizzante, confortevole falsità che cominciare un autonomo percorso di ricerca. Se così avete scelto, buon per voi, ma non chiedete più prove, perché non ne avete bisogno: vi basta l'anestetico dell'impostura e dell'autoinganno.

"Beati coloro che crederanno, senza aver visto": ancora più beato chi troverà le risposte in Sé stesso. Alcune risposte si possono ricevere, purché si conosca il quesito e lo si ponga nel modo e nel momento giusto.

Parsifal, con la sua domanda mancata, docet.



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09 luglio, 2009

Un Grigio a Lourdes?

Nostra Signora di Lourdes (o Nostra Signora del Rosario o, più semplicemente, Madonna di Lourdes) è l'epiteto con cui la Chiesa cattolica venera Maria, in seguito ad una delle più note apparizioni mariane.

Il nome della località si riferisce al comune francese di Lourdes, nel cui territorio - tra il giorno 11 febbraio ed il 16 luglio 1858 - la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, assistette a diciotto apparizioni di una "bella Signora" in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. A proposito della prima epifania, la giovane affermò: «Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi».

Questa immagine della Vergine, abbigliata di bianco e con una cintura blu che le cinge la vita, è poi entrata nell'iconografia devozionale.

Nel luogo indicato da Bernadette come teatro delle apparizioni, fu collocata nel 1864 una statua della Madonna. Presso l'antro delle apparizioni fu poi costruito un maestoso santuario.

Le apparizioni di Lourdes sono molto controverse, poiché è possibile che un'intelligenza abbia creato uno scenario religioso con fini di manipolazione delle coscienze. Come per le celebri apparizioni della Madonna a Fatima, alcuni ricercatori ipotizzano un intervento alieno, in relazione ad alcuni avvenimenti che intercalarono le visioni di Bernadette. J. B. Estrade, nel libro Les apparitions de Lourdes, 1890, riporta il seguente enigmatico episodio:

"Un fanciullo di nome Alexandre, di undici o dodici anni, tornò dalla grotta e si gettò nelle braccia di sua madre. Le riferì di essere andato con gli altri fanciulli alla grotta, di essersi fermato a pregare per un momento e che stava là senza pensare a nulla di particolare, quando vide avvicinarsi a lui una signora dorata, tutta coperta di ornamenti. Le mani e la parte inferiore dell'apparizione erano nascoste in una nube oscura, come di tempesta. 'Mi fissò con grandi occhi neri - racconta il ragazzo - e sembrava volermi afferrare. Io immediatamente pensai che fosse il brutto (ossia il diavolo) e, senza sapere quello che facevo, corsi via.' Tremava tutto, aggrappandosi alla vesti di sua madre."

L'incontro con la terrifica creatura, se corrisponde a verità, riletto con il senno di poi, per alcuni particolari, si potrebbe inscrivere in una casistica ufologica. Consideriamo alcuni aspetti: l'essere dai "grandi occhi neri", anche se solo per sineddoche, evoca i Grigi descritti come esseri macrocefali e con scurissimi occhi a mandorla dall'effetto ipnotico. A questo dato fisionomico (ed iconografico) si aggiunge la "nube oscura" da cui affiorava la spaventevole epifania: si potrebbe pensare alla proiezione in fieri di un ologramma. Secondo alcuni studiosi, presunti alieni sarebbero in grado di creare immagini tridimensionali di natura olografica.

Bisognerebbe domandarsi perché l'apparizione di una signora gentile e dai lineamenti delicati coesistette con manifestazioni inquietanti. Il "regista" creò situazioni tanto eterogenee o le vere sembianze furono mostrate forse involontariamente ad Alexandre, mentre per Bernadette fu "plasmata" una figura della tradizione religiosa cattolica?

L'abito splendente ed adorno scorto dal ragazzo ricorda un po' l'abbigliamento della fanciulla apparsa a Fatima nel 1917 ai pastorelli portoghesi, una giovinetta circonfusa di luce e con una veste (una specie di tuta) trapuntata, su cui era gettato un mantello, anch'esso trapunto. Secondo le prime testimonianze, l'entità percepita a Fatima era piuttosto diversa dalla tradizionale raffigurazione della Madonna. Era, infatti, simile agli occupanti di misteriose navicelle, occupanti spesso descritti nella letteratura ufologica.

La connessione tra fenomeni mariani e visitatori dell'altrove è un'ipotesi degna di attenzione, anche ricordando la concomitanza tra visioni mariane ed avvistamenti di oggetti volanti non identificati. E' un parallelismo statistico su cui non esistono dubbi, sebbene ardua sia la sua interpretazione.

Fonti:

G. Cornu, Pour una politique de la porte ouverte, in Lumières dans la nuit, 1981
H. Evans, Visioni, apparizioni, visitatori alieni, Milano, 1987

J. Fernandes e F. D’Armada, The apparitions of Fatima and the U.F.O. phenomenon, 2006



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Attacco all'informazione

Recenti fatti ed acquisizioni ci inducono a pensare che la disinformazione stia preparando un attacco contro il Comitato Tanker Enemy, evitando, però, di sfiorare la questione "scie chimiche", ma appigliandosi a cavilli del ginepraio normativo. E' quindi possibile che qualcuno decida di ricorrere a calunnie, ad insinuazioni e ad accuse del tutto pretestuose, pur di bloccare la divulgazione sulle scie chimiche. Qualsiasi eventuale azione contro il Comitato Tanker Enemy, nella forma di sabotaggio del blog o di iniziative "legali" contro i suoi rappresentanti dovrà essere interpretata come un pretesto per censurare l'informazione. Qualsiasi eventuale misura, dichiarazione ed addebito ai danni del Comitato e dei suoi esponenti sarà una plateale scusa volta a criminalizzare la libertà di espressione e di ricerca.



Fonte: Tanker Enemy


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07 luglio, 2009

In che modo l'informazione "indipendente" contribuisce a puntellare il sistema

Absit iniuria verbis

Nell'articolo La deriva degli indipendenti erano stati già evidenziati i limiti dell'informazione "libera": è necessario, però, riprendere il discorso da un'altra angolazione per dimostrare come tali limiti, lungi dal costituire solo delle lacune o incrinature, tendano a rafforzare il sistema e la propaganda dei media ufficiali. In primo luogo, ricorderei che molti siti "indipendenti" sono bloccati da pregiudizi ideologici e continuano a trattare la cronaca con strumenti antiquati. Esemplare è il caso delle recenti elezioni iraniane: moltissimi si sono schierati con Ahmanidejad, tuonando contro Mousavi, difendendo l'indifendibile.

Costoro non hanno compreso (o fingono) che entrambi i "politici " iraniani sono burattini manovrati da poteri più o meno occulti. Non hanno compreso che, per interpretare i fatti, il movimento dialettico problema-reazione-risoluzione permette non solo di leggere lo sviluppo degli eventi, ma addirittura di prevederli. Anche l'economia, accantonate analisi cerebrali, modelli statistici, caotiche teorie del caos, si rivela assai più semplice di quanto sia illustrata nei testi universitari: un furto a danno dei cittadini, basato sulla legge del profitto (accumulato per controllare la popolazione e non tanto per avidità) e sulla truffa del signoraggio. Occorre quindi esaminare gli accadimenti in modo, per così dire verticale: alla base la popolazione ingannata, manipolata, blandita, spinta a schierarsi con la destra o con la sinistra; al vertice la cerchia ristretta dei potenti la cui strategia principale è divide et impera. Si aizzano i paesi uno contro l'altro e, all'interno di ciascun paese, si fomentano divisioni quasi sempre fittizie. L'esegesi orizzontale degli accadimenti è quasi sempre errata ed ingenua: un partito "buono" contro un partito cattivo; un leader "buono" contro uno cattivo etc. E' vero che, talora alcuni capi di stato e uomini politici provano a svincolarsi dal controllo delle élites: di solito vengono isolati ed aggrediti, non di rado eliminati come occorse a Salvador Allende con il golpe del giorno 11 settembre 1970. Heider fu ucciso il giorno 11 ottobre del 2008, perché in procinto di agire contro il signoraggio bancario. Oggi il presidente dell'Ecuador pare essere uno dei pochi capi di stato non succubo dei poteri forti: infatti sembra essere l'unico ad essersi ufficialmente e con chiarezza opposto alle operazioni chimiche nei cieli dell'Ecuador, minacciando di costringere ad atterrare i tankers (non aerei che distruggono, con appositi composti, le piantagioni di coca) che penetrano nello spazio aereo dell'Ecuador. Si tratta comunque di eccezioni.

Un altro grave difetto dei portali in esame consiste nell'angusta visione della realtà: tutto è ridotto a “politica” ed economia, all'oziosa, obsoleta e soporifera denuncia del capitalismo e dell'imperialismo occidentale (Chissà perché si tace quasi sempre dell'imperialismo russo e cinese). Manca uno sguardo più ampio che sia in grado di abbracciare fenomeni culturali, correnti di pensiero, dimensioni antropologiche, simboliche e metastoriche. Oso di più: è assente un focus olistico, ossia un'attitudine a vedere oltre le apparenze, a spingersi, con le indagini, in regioni di frontiera, in ambiti in cui siano trascesi schemi razionalistici ed utilitaristici. In fondo, questi siti "indipendenti" avallano una concezione materialista e scientista, la stessa sostenuta dal sistema: in questo modo si stronca ogni anelito e si diffondono atteggiamenti di acquiescenza, rinuncia, disfattismo. Come reagiscono i lettori, dopo aver letto lividi articoli di cronaca, di politica interna ed estera, inchieste sul demonizzato biossido di carbonio (a volte per giunta gli articoli sono tratti da quotidiani di pseudo-opposizione, come "La Repubblica")? Reagiscono con un senso di disgusto e di impotenza. Infatti ci si limita a mostrare una realtà cruda, ingiusta e sanguinaria, ma non si offre nessuna prospettiva: ci si rivolge a consumatori passivi di aridi resoconti e non a cittadini che potrebbero passare dall'indignazione all'azione, se, invece, di essere mortalmente afflitti con i prolissi e moralistici articoli di Carlo Bertani, pieni di luoghi comuni, fossero informati, ad esempio, con incisivi testi sulle scie chimiche e sulle cospirazioni dei governi.

Non si stimola una condotta propositiva, ma si imprigionano i fruitori in "ragionamenti" labirintici ed astrusi di pseudo-esperti in sociologia ed in macroeconomia. Quanti lettori poi si invischiano nelle appiccicose elucubrazioni di Bertani e si impantanano nella palude dei commenti! Tutto ciò, però, non è casuale: è una strategia gattopardesca con cui si finge di cambiare tutto nell'informazione per non cambiare nulla. E' una strategia che serve a bloccare l'opinione pubblica, a cristallizzarne le reazioni: le persone, in un'eterna coazione a ripetere imprecheranno invano, senza mai agire né riflettere né studiare, contro il capro espiatorio di turno.

Anche quando si pubblica un articolo sulla Massoneria, è tutto all’acqua di rose oppure, con scaltrezza, si inserisce un pezzo sulle chemtrails, ma non scritto da uno scienziato (ad esempio, Michael Castle), bensì da un comune cittadino che commette qualche errore concettuale: così la legione dei negazionisti potrà tranquillamente sbizzarrirsi con le sue infamie e denigrare, con il pretesto di un’imperfezione, l’intera categoria dei ricercatori. E’ questa una tattica, non una superficialità.

Taccio poi dei siti-civetta creati dagli apparati (in alcuni casi infiltrati dopo un po' di tempo dalla loro apertura) ed impiegati per tracciare e schedare gli utenti sensibili a temi quasi sempre censurati dagli organi mainstream. Emblematico è il caso di sciechimiche.org, acquisito dai servizi e divenuto un portale in cui imperversano impunemente sfacciati disinformatori che per giunta amministrano il forum. Mai un'iniziativa concreta è scaturita da questo famigerato sito! Mai una ricerca! Solo chiacchiere e lenocini: nel forum le discussioni sono per lo più arenate ancora in una sterile disquisizione sul fenomeno della condensazione e, nel migliore delle ipotesi, utenti in buona fede, possono solo denunciare lo scempio, inserendo fotografie di cieli chimici. Gli utenti, a mo' di buoi, sono pungolati, spinti un po' qua un po' là a pascolare, purché restino sempre nel recinto: più che un forum, è il Foro Boario, il mercato dei buoi e delle vacche.

Anche qui, certi argomenti sono tabù e l'ignoranza si accoppia alla censura. Non è forse uno fra i motti del sistema: "l'ignoranza è forza"? Anche qui non si additano risoluzioni: domina l'immobilismo. La conoscenza di aspetti inquietanti, ma che paradossalmente potrebbero spalancare porte verso dimensioni positive e luminose, è bandita. (Vedi C. Penna, Scie chimiche: facciamo il punto della situazione - parte 2, 2009) [1]

Alla fine, è evidente la conseguenza di questo genere di "informazione". Volontariamente o involontariamente, essa, riproducendo, anche sotto mentite spoglie, la propaganda del regime, poiché non abitua i lettori a far tabula rasa di vecchie formule, in quanto non promuove un'investigazione a 360 gradi, ma tutto chiude in un'asfissiante dibattito tra "destra" e "sinistra", in vuoti stereotipi, rinsalda il sistema ed il suo castello di menzogne.

[1] Si ricordi un episodio significativo: il programma "La gaia scie-menza" ha citato più volte Tanker enemy come sito che divulga la “leggenda urbana” delle scie chimiche (con ovvie intenzioni di discredito), mentre non ha mai menzionato sciechimiche.org. Eppure questo portale viene sempre considerato il più rappresentativo per la "divulgazione" contro le chemtrails! Come si spiega questa accidentale dimenticanza? Tra i moderatori del forum annoveriamo Darko (ex collaboratore di Tanker enemy ed ora passato nelle schiere della disinformazione) che, scrive contro il comitato dal giorno successivo alla conferenza di Milano. Stesso discorso vale per Reverendo Stone, abile a mostrare una maschera per nascondere il suo vero volto. Sepolcri imbiancati! Last, but not least: i cittadini che si sono rivolti ai gestori di sciechimiche.org per chiedere chiarimenti o per proporre delle collaborazioni non hanno mai ricevuto risposta.



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06 luglio, 2009

Camouflage

... a somiglianza di una valle solitaria e silenziosa dove, da squarci nelle nuvole, piovono sprazzi di luce. E' un sentiero tortuoso che ora costeggia le anse del fiume ora si snoda su pendii orlati di biancospini. Ad ogni passo, i fili dell'erba sembrano tramutarsi in una raggiera di fiamme e le gazze paiono tradurre il loro verso in oracoli di sibille. Il vento si trasforma in fraseggio. E' come se le cose, interrogate nella loro essenza, finalmente fossero in procinto di tradire il loro intimo segreto.

I veli sul mondo si dissolvono ed un universo ulteriore si manifesta, grondante di stelle e di lacrime. E' un mondo dove le parvenze, concrezioni di pensieri, si sfaldano e la neve, scioltasi, lascia affiorare rocce rilucenti. Il ghiaccio del dolore, che ostruiva i greti dei ruscelli, si fonde per rampollare in fonti azzurre. Lo scroscio echeggia tra verdi solitudini. L'ombra delle querce si tinge di melodie. Il profilo ondeggiante dei crinali sfuma nella caligine del crepuscolo.

Passo dopo passo, questa finta realtà arretra, simile alle tenebre che si ritirano nelle gole più fredde e profonde, quando si spande la tempera del nuovo giorno.

La realtà arretra, si rimpicciolisce, scompare: un po' alla volta traspare l'oltre.

Articolo correlato: Timor, Solstizio per Gaia, 2009



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05 luglio, 2009

I "dragon snakes" delle Isole Salomone

Le Isole Salomone sono uno stato insulare del Pacifico (Melanesia) ad est della Nuova Guinea. Si tratta di due festoni di isole, disposte parallelamente in direzione NO-SE per circa 1450 chilometri, fra gli arcipelaghi di Bismarck e delle Nuove Ebridi. Guadalcanal, San Cristobal, Malaita, Santa Isabel, Choiseul e Nuova Georgia sono le più grandi. Sono montuose e con vulcani attivi.

La popolazione autoctona appartiene al ceppo melanesiano. Le esigue minoranze asiatica ed europea detengono il potere economico.

Già protettorato britannico dal 1893, le Isole Salomone sono uno stato "indipendente" (dal 1978) nell'ambito del Commonwealth britannico.

"Non lontano da dove affondarono molte navi durante la battaglia di Guadalcanal, durante la seconda guerra mondiale, corruschi oggetti non identificati emergono dalle acque dell'oceano per dirigersi verso le montagne e sparire nei laghi seminascosti da una vegetazione lussureggiante.

In questo paradiso tropicale si trovano vestigia di antichi insediamenti testimoniati altresì da una misteriosa scrittura. Fra le aspre vette, avvolte da nubi vaporose, si aggirano, secondo leggende locali, strane creature simili al Sasquatch. Si racconta che questi esseri, da tempo immemorabile, scendano nei villaggi costruiti lungo la costa per sequestrarne gli abitanti. I nativi narrano spaventose storie a base di bambini rapiti e divorati".
(M. Boirayon, Solomon Islands mysteries, 2009)

Marius Boirayon, un militare in pensione della R.A.A.F., le Forze Aeree Australiane, ex pilota d’elicottero, da anni stabilitosi a Guadalcanal, ricorda che i rapitori sono definiti dai Melanesiani, che vivono nell'incantevole arcipelago, "dragon snakes". L'autore reputa che questi “dragon snakes” siano dei giganti. Ritiene pure che nelle Salomone sorgano delle basi segrete.

Nelle Isole Salomone, i vari ingredienti del mistero ufologico non mancano: U.F.O., installazioni militari, rapimenti e persino giganti, come a Grenada ed altrove.

Fonti:

Enciclopedia universale, Milano, 2003, s.v. Isole Salomone
M. Boirayon, Solomon Islands mysteries, 2009
Zret, Il gigante di Grenada, 2009



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03 luglio, 2009

Apocatastasi

Nel Nuovo Testamento (Atti 3, 20) l'apocatastasi è la reintegrazione o nuova creazione di tutte le cose. Nel III sec. d.C. Origene, assumendo il concetto nel proprio sistema teologico, lo intese come riconciliazione con Dio dell'intera creazione, compresi Satana e la morte. Tale dottrina fu accolta da alcuni padri orientali (ad esempio, da Gregorio Nisseno) e, nonostante la condanna pronunciata dal secondo concilio di Costantinopoli (553), fu accettata anche da teologi come Scoto Eriugena e Franz Schleiermacher.

E' arduo comprendere la genesi del Male e la sua intima ragione: più che un argomento spinoso è un nodo di Gordio. Qui, tralasciando di tentare la messa a fuoco di un soggetto tanto ostico (se il Male sia uno degli errata Dei, per riprendere una dicitura di Borges, o una caduta ontologica o il risultato di una libera decisione etc.), vorrei chiedermi quale possa essere il destino dei demoni e dei loro accoliti terrestri.

Origene riteneva che anche costoro potessero essere redenti per essere reintegrati nella perfezione divina. E' prospettiva che - dobbiamo riconoscerlo - denota un'attitudine del tutto aliena da risentimento, ma che può ripugnare. La sorte dei reprobi sarebbe dunque eguale a quella degli eletti? Non intercorrerebbe alcuna differenza tra chi è fautore consapevole ed ostinato della distruzione e chi, invece, pur tra molteplici contraddizioni ed errori, ha intrapreso il percorso opposto? Può Ahriman essere accolto nella corte radiosa di Ahura Mazda?

Dall'osservatorio limitato dell'uomo è difficile comprendere quali siano i disegni reconditi degli eventi, quale arra di vittoria possa costituire il martirio, quale elevazione sia custodita nello scrigno della sofferenza. Tuttavia restano delle perplessità: è equo che il futuro di Arconti e malvagi incalliti sia l'annientamento? Non sarebbe auspicabile che essi fossero costretti ad espiare in qualche modo, non per l'eternità, ma per un congruo periodo? I conti, prima o dopo, vanno pareggiati. Non è vendetta, ma giustizia. Se esiste almeno una parte di responsabilità (è questo un postulato dell'etica), è inevitabile che si scontino le conseguenze delle proprie azioni.

Nondimeno nessuno condannerà gli altri: qualunque sia la destinazione degli uomini la cui anima è stata risucchiata dalle Tenebre, essi stessi pronunceranno il verdetto. La loro condanna è già nella loro esistenza mortuaria, chiusa disperatamente alla luce, alla verità ed alla vita. E questo, però, solo un antipasto.



APOCALISSI ALIENE: il libro
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Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum

02 luglio, 2009

In edicola le riviste Fenix ed X times n.9

E' in edicola il n. 9 delle riviste "Fenix" ed "X Times", le pubblicazioni dirette rispettivamente dal Dottor Adriano Forgione e dalla Dottoressa Lavinia Pallotta.

Leggi qui il sommario degli articoli.



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