19 gennaio, 2010

Angeli del silenzio

In quelle notti in cui le disperate braccia degli alberi si protendono ad implorare il cielo, si cammina come esuli verso orizzonti d'argento. Uno sciame di note traudite tanti anni prima (esiste ancora il passato o è solo un'ombra sciolta nell'oscurità?) si spande fra le vie deserte. Rintocchi di campane sgocciolano in neri echi. Mentre procediamo, le linee del paesaggio rabbrividiscono e la luna, amaro sorriso, splende dietro il crinale delle nubi.

Ora attraversiamo le cose: quanto sono immateriali e diafane le cose, ora che... Inconsistenti si dissolvono, come veli di nebbia. Credevamo di incontrare qualcuno nella landa dell'ignoto, ma la strada è solitaria e soltanto ci osservano gli astri, gli abissali occhi del firmamento. E' tutto svanito, come un sogno che dilegua alle prime luci dell'alba. Eppure questa solitudine non contrista: è come se, anche quando credevamo di essere circondati dai nostri simili, volti noti e sconosciuti fossero stati ombre di pensieri.

Ora che, a poco a poco, la vita si immerge nell'oceano dell'oblio, ogni ferita si rimargina grazie al balsamo della quiete ed il tempo trascorso sfuma in una sensazione indistinta, appena screziata di malinconia.

I platani inchinano le cime, quasi ad accompagnarci partecipi nel viaggio che conduce al cuore dell'universo.

In lontananza palpitano le ali del vento, fragili e leggere come gli angeli del silenzio.



APOCALISSI ALIENE: il libro

6 commenti:

  1. Ciao Zret, riporto le tre parole iniziali di un inno attribuito ad Ermete Trismegisto: "Aneklaletos, arretos, siopè fonumene ....." (impronunciabile,ineffabile,silenzio risonante) una triplice definizione-invocazione di silenzio che richiama ed identifica subito il carattere sacro e divino del Silenzio.Il silenzio,appunto, lo riserverei al mondo degli Dei,delle entità angeliche consiglio di fidarsi poco.

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  2. Ciao Chon, il breve testo ha valore metaforico: "gli angeli del silenzio" sono simbolici, poco più che una prosopopea del vento notturno.

    Forse si nasce, si vive e si muore soli.

    Ciao e grazie.

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  3. Riflessioni profonde forse dettata dal sorriso amaro della luna. Non ascoltiamo più il battito lento della Terra in questo mondo chiassoso di troppe parole vuote. O forse è Gaia non ci parla più.

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  4. Margius, forse Gaia, come scrivi, non ci parla più e noi non sappiamo ascoltare: è un dialogo tra sordi e tra muti.

    Ciao e grazie.

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  5. Che dire Zret..la tua penna è magica come sempre

    Ti abbraccio, sei fantastico, sempre.

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