19 luglio, 2014

Incanto

Una pagina dal romanzo di Luigi Malerba, "Il serpente", libro dove la più scintillante immaginazione si indurisce nella più opaca realtà.

"Chi ha rotto l’incanto? Qualcuno deve averlo rotto, a giudicare dalla cronaca dei giornali. Basta leggere la cronaca o andare per la strada per capire subito che l’incanto è stato rotto.

Come andassero le cose prima, non è molto chiaro. Non c’è nessuno che se ne ricordi (è passato tanto di quel tempo), ma pare che gli uomini si cibassero di lattuga, di miele, di latte. Sarà vero? Ci dev’essere qualcos’altro che ci sfugge, che è stato dimenticato. Non c’erano le automobili e tutti i rumori che ci sono oggi. Ma che cosa c’era? I cavalli, i rinoceronti, ma anche i serpenti ed i pipistrelli. Che i serpenti ed i pipistrelli fossero amici dell’uomo, prima che qualcuno rompesse l’incanto? Si fanno ipotesi astruse.

Non esisteva la paura, dicono. La paura del buio, dell’acqua, degli altri uomini. Ormai che l’incanto è stato rotto, tutto può essere pericoloso, anche un buco di pochi centimetri. Un operaio stava trapanando un muro con normale trapano a manovella: la punta d’acciaio ha incontrato un cavo sottotraccia. L’operaio è rimasto fulminato. Fatti come questo succedono ogni giorno, da quando è stato rotto l’incanto".

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