06 ottobre, 2015

Addio Darwin



Fra gli innumerevoli argomenti addotti contro la teoria dell’evoluzione di Darwin i più persuasivi non provengono dallo studio degli ominidi né da quello degli animali, ma dalla botanica.

Sappiamo che le Spermatofite (piante con semi) si distinguono in Gimnosperme ed Angiosperme: il primo gruppo comprende specie con semi nudi, ossia visibili, in quanto provenienti da ovuli posti sulla faccia superiore o sui margini di carpelli aperti (che non si saldano, cioè, a formare un ovario a differenza di quanto avviene nelle Angiosperme); il secondo include essenze legnose o erbacee in cui gli ovuli sono raccolti in un involucro chiuso formato dai carpelli da cui fuoriescono come semi maturi, dopo che l’ovario da solo o con altre parti del fiore, si è trasformato in frutto. [1]

Anche prescindendo dall’incredibile complessità e varietà del mondo vegetale, non facilmente spiegabile per mezzo della selezione naturale e di mutazioni genetiche fortuite (Neodarwinismo), resta da capire sulla base di quale necessità evolutiva ed in che modo piante in sé già perfettamente adattate ad un ecosistema, come le Gimnosperme, cambiarono le loro caratteristiche morfologiche ed ereditarie in guisa da diventare Angiosperme, ossia vegetali con fiori. Si potrebbe pensare che tale impulso evolutivo sia dipeso dall’urgenza di favorire l’impollinazione entomofila, ossia tramite gli insetti. Esistevano già gli insetti quando sul pianeta prosperavano le Gimnosperme? Come potevano sopravvivere gli insetti impollinatori, se non nascevano ancora piante con fiori? Insetti impollinatori e fiori sono interdipendenti: chi venne prima, come e perché? Sono forse concomitanti “ideazioni” della Natura? Sono domande cui è quasi impossibile rispondere: certo non può replicare il Neodarwinismo. Questo non significa aderire ipso facto al Creazionismo, ma esibire le contraddizioni insanabili di uno schema interpretativo a torto considerato ancora valido. [2]

Hanno probabilmente ragione i biologi statunitensi Eldredge e Gould: essi, pur essendo considerati evoluzionisti, intaccano i fondamenti del Darwinismo con la loro teoria degli equilibri punteggiati, secondo cui molte specie sono immutate da milioni di anni, mentre altre compaiono ex abrupto (speciazione), non come risultato di un lentissimo e graduale processo. Perché all’improvviso compaiano nuove “forme” viventi non è per nulla chiaro, ma è ragionevole pensare che nel corso delle ere passate numerose specie apparvero e si avvicendarono, mentre altre si estinsero.

Siamo comunque di fronte ad un puzzle: non si può escludere nella Natura operino forze che non abbiamo ancora scoperto sicché la stessa teoria di Lamarck, sebbene oggi sia per lo più reputata rozza ed inverosimile, potrebbe avere una sua ratio. Si potrebbe pensare ad un agente recondito che soggiace ai presunti cambiamenti dei modelli vegetali ed animali. Ecco, il termine “modelli” è significativo: esiste un paradigma, un archetipo platonico di ciascuna specie, per cui possiamo affermare che nacque prima la gallina dell’uovo?

E’ molto improbabile che, seguendo Lamarck, un giorno all’uomo spuntino le ali, giacché Homo sapiens sapiens è spinto da un’esigenza incoercibile a volare. Tuttavia, come si accennava, si potrebbe ipotizzare un influsso di energie oggi ignote, anche se, per quanto ci consta, un pino è tale da tempo immemorabile e, in un futuro lontanissimo – se non si sarà estinto - continuerà ad essere un pino, a produrre pigne e pinoli e non corolle dai colori vivaci.

[1] Il carpello nelle Spermatofite è ciascuna delle foglie fiorali che formano il pistillo, la parte femminile del fiore.

[2] La teoria elaborata da Charles Darwin è “scientifica”? Valutandola da un punto di vista popperiano, sì: infatti essa è falsificabile ed è stata falsificata, sebbene continui ad essere proposta ed insegnata come Verità negli ambienti accademici e nelle scuole. Qui notiamo l’infinita ignoranza e malafede di chi si ostina ad ammannirla come aletheia: infatti le teorie scientifiche, pure quelle più plausibili, sono pur sempre dei sistemi esegetici della realtà o di parte di essa, non la realtà stessa.

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3 commenti:

  1. > esiste un paradigma, un archetipo platonico di ciascuna specie, per cui possiamo affermare che nacque prima la gallina dell’uovo?

    Ciao Zret, alla domanda di cui sopra, per ciò che concerne la conoscenza personale di cui posso parlare, la risposta è senz'altro affermativa. Tutte le tradizioni sciamaniche sono concordi nell'affermare che per ogni specie animale (ma anche vegetale o minerale) vi sia una sorta di "stampo" originario situato - in senso ideale - nell'Altra Realtà, quella da cui poi - ma questo "poi" non è da intendersi in senso temporale, quanto puramente "logico", per cosí dire - discende tutto quanto di tangibile e "concreto" - o che almeno cosí appare ai nostri sensi - si trova in questa realtà "materiale", e segnatamente, quindi, tutti gl'individui di una specie di cui essi non sono che "copie" piú o meno fedeli di un unico archetipo primordiale. Per gli sciamani - e per chi fattivamente si incammini sulle loro tracce... - questa è una realtà effettiva, giacché si riesce - attraverso un complesso, lungo e faticoso rituale - a entrare in contatto con lo Spirito di un Animale fino al punto di farne il proprio "Animale di Potere", del quale dal momento in cui viene siglata l'alleanza con Esso, si possono prendere in "prestito" quelle qualità di cui si ha bisogno e per le quali il suo Spirito si è unito a quello dello sciamano o di chi comunque abbia partecipato a un tale rituale. Da notare che non è lo sciamano a scegliere o a chiamare un Animale in particolare ma è quest'ultimo a scegliere di unirsi a lui. Questa concezione di un archetipo primigenio è poi comune anche a tradizioni che non sono sciamaniche - vale a dire che non si sono allontanate deformandosi da quella originaria come quelle sciamaniche che, per quanto indubbiamente valide sul piano "empirico", diciamo cosí, non sono in fondo che corruzioni in senso prettamente "naturalistico" di quella primordiale che sostanzialmente per quanto riguarda l'uomo rappresentano un regresso ontologico piuttosto che la norma - come per esempio nell'esoterismo islamico dove pure sono contemplati i "Genî di specie" con identiche caratteristiche. In ogni caso uno Spirito Animale costituisce l'Essenza stessa della relativa specie, il fondamento ontologico della sua esistenza terrena. Per quanto riguarda la questione posta in termini "scientifici" - o, volendo essere aderenti all'etimologia, presunti tali... - anch'io penso che Lamarck, in fondo, pur in modo assai parziale e piuttosto ingenuo, ma in ogni caso molto piú intuitivo che razionale, e quindi sintetico anziché analitico, si sia comunque avvicinato di piú alla realtà dei fatti di quanto non abbia fatto Darwin con le sue elucubrazioni astratte e quasi totalmente avulse dalla realtà, da cui sono discese, magari piú ad opera dei suoi volenterosi - e spesso interessati - epigoni che di Darwin stesso, costruzioni fantasiose con cui è stato edificato quasi una sorta di "mondo parallelo" e virtuale, scientisticamente impostato. Ritengo poi che il neo-darwinismo oggi sia una delle colonne portanti del Sistema globalista; non a caso metterne in discussione i presupposti teorici - ma direi meglio "ideologici" - assurti al rango di dogmi affermati apoditticamente costituisce un delitto di "lesa maestà", quasi come parlare di scie chimiche...

    Un saluto

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    1. Lupo nella Notte, il tuo commento è quanto mai dovizioso e profondo. Si potrebbe pensare ad una Coscienza che pensa gli archetipi di cui appunto gli enti "concreti" sono manifestazioni collocate nello spazio-tempo. La riflessione sul Darwinismo e sulle sue immense falle ci conduce a riprendere il dibattito sugli universali, non oziosa controversia scolastica, ma fondamentale analisi del reale. Sovvertendo l'assioma peripatetico Nihil est in intellectu quod non prius in sensu, dovremo forse affermare Nihil est in sensu quod prius non fuit in intellectu, ossia prima vengono le idee, poi i referenti. Lo sciamanesimo ed alcune dottrine filosofiche ci conducono verso i confini della Verità.

      Ciao e grazie.

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    2. Certamente il Darwinismo è ideologia mondialista, soprattutto perché ha figliato il nefasto Darwinismo sociale.

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