29 maggio, 2016

Segnali di vita



Eppur qualcosa si muove. E’ vero che la morsa del sistema è sempre più stretta, ma qualche vittoria ha arriso a chi da anni si oppone ai potentati mondialisti. Si consideri il successo con cui si è conclusa la battaglia contro l’olio di palma usato nell’industria alimentare, l’olio vegetale la cui produzione è causa di immani danni ambientali. Certo, non bisogna adagiarsi sugli allori ed è sempre necessario vigilare, ma è pur sempre un primo passo nella giusta direzione.

Anche la sempre maggiore sensibilizzazione a proposito dei vaccini, propagandati dall’establishhment come una panacea, laddove insigni medici ed esperti ne evidenziano i rischi per la salute, si può considerare un obiettivo focalizzato. Resta, in questo come in molti altri campi, ancora un lungo itinerario da percorrere, perché le mute rabbiose dei negazionisti sono state subito sguinzagliate. Comunque in un mondo sempre più letargico, rileviamo qualche segnale di vita, di risveglio: sarà una presa di coscienza rispetto alle frodi dei governi ed alle frottole della stampa di regime, saranno anche fenomeni imponderabili, ma l’importante è che ci si liberi dai ceppi e che si ingrossino le schiere dei desti. Ad altiora.

Persino alcuni siti semi-organici agli apparati cominciano ad accennare a ciò che ripetiamo da anni: ad esempio, che la totalitaria Unione europea è una creazione della C.I.A., la Criminal infamous agency, sebbene ci si “dimentichi” di evidenziare il nesso con il Vaticano; si ricordi che Allen Welsh Dulles, potentissimo ed intrigante direttore della C.I.A. dal 1953 al 1961, fu affiliato al Sovrano militare ordine di Malta.

Bisogna essere sinceri: senza certe iniziative della Rete, non si sarebbe ottenuto alcunché. Occorre discernimento: Internet non va in toto demonizzata, giacché è deleteria soprattutto allorquando essa è un’escrescenza purulenta dei media mainstream e dei siti civetta; per il resto si possono reperire siti e fonti utili e fededegni, accanto alla paccottiglia nazional-istituzionale (da Attivissimo in giù ed Attivissimo è già ad un livello infimo che è un aggettivo di grado superlativo).

Non concordiamo con chi asserisce che è in atto sì una lotta, ma tra gli Arconti ed i loro paladini (o ex paladini) sempre più riottosi ed insofferenti, escludendo, invece un conflitto tra forze del Male e forze del Bene. Se così fosse, l’intera vita, l’intero universo non sarebbero rischiarati neppure da un raggio di luce. Se così fosse, non potrebbe albergare neppure una speranza in questa esistenza disfatta, lacerata. D’altronde tutti coloro che vivono ed agiscono secondo coscienza non appartengono forse alle falangi di Ahura Mazda?

Pur consci che il destino, prima o dopo, in una guisa o in un’altra, dovrà compiersi, non rinunciamo né all’agone né a confidare in un trionfo finale della Verità e della Giustizia.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

25 maggio, 2016

Il problema della coscienza non è un problema



Si discute sempre più spesso, almeno nel contesto dell’informazione indipendente, di controllo mentale e della coscienza. In realtà, bisognerebbe definirlo controllo cerebrale: certe frequenze elettromagnetiche, le sostanze psicotrope, talune azioni psico-linguistiche incidono, infatti, talvolta in modo pesante, sui processi cognitivi ed emotivi di origine encefalica, sull'equilibrio psico-fisico dei soggetti più esposti e più vulnerabili.

Tuttavia – questa è una buona notizia – in nessun modo si può veramente influire sulla Coscienza, per la semplice ragione che essa, se esiste, non è di natura materiale. Mentre il cervello che, in fondo, va presumibilmente inteso come un trasduttore, traduce impulsi esterni in segnali biochimici, la Coscienza plasma il pensiero, genera le idee.

Certo, in pieno Positivismo, Hyppolite Taine ed altri scienziati potevano asserire che il cervello secerne il pensiero, come fosse un ormone, che virtù e vizio sono assimilabili allo zucchero ed al vetriolo, ma per fortuna, i settori più avanzati della ricerca attuale, potati i rami secchi dello scientismo, hanno compiuto una rivoluzione copernicana: si consideri, ad esempio, il Biocentrismo di Robert Lanza, il fisico secondo cui è la Coscienza a porre lo spazio-tempo ed a promanare da sé il mondo fenomenico, non vice versa.

E’ grosso modo una rivincita dell’orientamento filosofico che, con tutti i suoi limiti ed i suoi pregi, da Platone giunge sino a Berkeley, da Kant all’Idealismo tedesco ed italiano: è una rivincita non scevra di pericoli, primo fra tutti il rischio che si cada in un mentalismo apodittico, in una “calunnia della terra”, laddove molte questioni concettuali inerenti all’essenza della sfera intelligibile e di quella sensibile, ai loro reciproci rapporti, devono ancora essere risolte e delimitate in termini chiari.

Nondimeno possiamo stabilire che, in quanto la Coscienza è immateriale, avulsa dalle coordinate cronotopiche, eterna, essa non può essere in alcuna maniera né aggredita né manipolata. Correttamente dunque denunceremo e cercheremo di contrastare gli stratagemmi tecnologici, chimici, biologici e retorici atti a gestire ed a dominare le dinamiche psichiche e cerebrali, ma chi ha Coscienza alla fine non deve temere veramente alcunché.

Che cos’è la Coscienza? Definirla è impossibile, semmai potremo tentare di delinearne il profilo, elencando ciò che non è: non è ilica, non è caduca, non è imprigionata nelle leggi fisiche.

Quale relazione si instaura tra Coscienza ed inconscio? Quali sono le caratteristiche dell’inconscio? Altre domande cruciali, cui è quasi impossibile rispondere. Per ora, basti aver compreso che “la torre che non crolla” probabilmente non è una chimera.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

22 maggio, 2016

Bersaglio ignobile



"L'ignoranza è forza". (G. Orwell)

“Conosci il tuo nemico”, si suole ripetere. Purtroppo la stragrande maggioranza delle persone ignora chi sia veramente il nemico: i sudditi si accaniscono contro la classe “politica”, simili a cavalieri di giostre rinascimentali che colpiscono con le lance un inerte saracino. Ormai incapaci di affrontare un rivale vero, si esercita un decadente spirito marziale contro miseri surrogati. Che senso ha infierire – a parole – contro pupazzi pazzi?

Qualcuno crede di aver individuato il bersaglio nei banchieri, nei dirigenti delle multinazionali, nei generali: sono dei banditi, degli esseri spregevoli, eppure non formano la Cupola. L’avidità di denaro e di dominio è il lato migliore di questa feccia. I veri padroni del vapore sono altri e sono individui loschissimi, ossessionati dalla numerologia, dai riti, dai sacrifici. E’ ciurmaglia senz’anima sia in senso letterale sia metaforico. Sono simulacri, vampiri energetici, cloni, c...i.

Come indurre la massa a capire chi è il vero avversario? E’ gente senza scrupoli, feroce, perversa, ma soprattutto di scaltrezza mefistofelica: hanno creato un sistema pressoché inossidabile. Hanno creato una realtà dove ogni loro vera intenzione è perfettamente dissimulata nel’esatto contrario. Non è solo doppiezza: è soprattutto strategia sopraffina. Chapeau.

La delusione è cocente: mentre qualcuno si sveglia, infernali manipolatori narcotizzano intere legioni di bambini ed adolescenti con le frottole più disparate: i cambiamenti climatici dovuti ai gas serra, l’evoluzionismo, la teoria del Big bang…

E’ una sfida impari, perché, dopo che si è riusciti a liberare un prigioniero, mille sono catturati ed incatenati. Così, almeno da un punto di vista numerico, si è sempre in svantaggio; ogni successo contro l’establishment rischia di essere una vittoria di Pirro.

Essi controllano i media, l’”istruzione”, i tribunali, gli Stati, le Chiese, le istituzioni, i partiti, le risorse, la tecnologia, l’energia…: le nuove generazioni sono intrappolate e la trappola si chiama “agenda digitale”, ossia la smaterializzazione di tutti i rapporti con le strutture burocratiche. Il “cittadino” è destinato a trasformarsi in un numero che potrà essere azzerato dal potere solo pigiando un tasto.

Tutti in fila verso la cella virtuale in cui l’unica luce sarà quella di uno schermo catalettico.

Insomma, o non si combatte più, perché si è ormai letargici ed acquiescenti, persino convinti di poter difendere il proprio piccolissimo hortus conclusus, fino a quando almeno la storia non viene a chiedere il conto; altrimenti si lotta, come se si fosse strabici, menando fendenti a vuoto.

E’ questa la situazione: un passo avanti e cento indietro. Non è lontano il giorno in cui non resterà più neppure un lembo di territorio dove ripiegare.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

20 maggio, 2016

Faces and facets


E’ destino che il nostro essere si dissemini in innumerevoli esistenze. Un giorno saremo il contrario di chi siamo oggi e solo una sfaccettatura ci accomunerà all’origine: lo spirito attuale diventerà il suo contrario, perché il contrario gli appartiene non meno della sua natura primitiva.

Diremmo che da un piccolo seme possono nascere piante che poi svettano alte ed imponenti? Eppure è quello che accade. Notiamo qualche affinità fra il seme e l’albero? Eppure l’albero è nato dal seme.

Le esistenze sono simili ai rami che si sviluppano da un tronco: ogni ramo si biforca e la biforcazione si dirama ulteriormente e così ancora.

Ecco perché, se guardiamo il nostro volto in uno specchio, vediamo mille volti: ogni volto è il nostro e nessuno lo è.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

17 maggio, 2016

Necessità di disimparare



Un apologo zen racconta di un giovane studente che desidera diventare allievo di un rinomato maestro. Il saggio lo ospita nella sua disadorna abitazione e gli offre del tè. Il maestro mesce la bevanda, ma, dopo che la tazza è colma, sèguita a versare il tè che trabocca e si spande sul tavolo. La nostra mente è quella coppa piena di credenze errate.

Siamo sommersi da banalità e da luoghi comuni: continuano a raccontarci che bisogna imparare. E’ vero, ma che cosa, come e perché? Inoltre, prima di apprendere, non sarà necessario disimparare? Sì, è necessario cancellare tutti i pregiudizi, gli schemi, gli pseudo-concetti che ci sono stati inculcati sin da quando eravamo bambini. L’intelletto libero è un intelletto vuoto che semmai sarà opportuno empire di panorami, di prospettive, di orizzonti, non di nozioni.

Si vedono i risultati di un sistema “educativo” che non istruisce, ma indottrina, non diffonde cultura, ma innesca soltanto automatismi. Siamo trasformati in numeri… living by numbers. Così, per trovare un po’ di luce in fondo alle persone, è d’uopo togliere strati e strati di condizionamenti, di reazioni pavloviane, di spesse incrostazioni e ruggini mentali.

Che fatica eliminare tutti questi sedimenti, svellere i preconcetti, ripartire ab ovo, fare tabula rasa! Eppure dobbiamo provare a pensare, ad immaginare, persino a sognare in maniera nuova, divergente. Dobbiamo imparare l’importanza, anzi il valore decisivo del disimparare.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

14 maggio, 2016

Nemesi



Un’oscura necessità pare dominare gli eventi. Così oggi assistiamo all’invasione di profughi e di clandestini destinati a snaturare le nazioni europee: ai campanili delle chiese si affiancano i minareti delle moschee, ai rintocchi delle campane si mescola la voce del muezzin, diffusa dagli altoparlanti.

E’ ovvio che la distruzione della decrepita cultura occidentale non è un effetto di circostanze casuali né di una politica insipiente: è un progetto oggi attuato con sempre maggiore efficacia e persino spudoratezza. Riflettiamo: ha senso che un abitante dell’Africa o del Medio Oriente decida di lasciare la sua terra, le sue radici, la sua famiglia in modo del tutto spontaneo? Con la somma astronomica che deve sborsare per il viaggio ed i passeurs, non potrebbe impiantare una proficua attività economica nel paese d’origine? Li chiamano “migranti”, ma spesso vengono rapiti: assistiamo ad un’abduction di massa.

Un’implacabile nemesi pare dominare gli eventi. Dopo che i tagliagole occidentali ed i loro vili alleati levantini (Sauditi in primis) ebbero sferrato proditori attacchi, dopo aver occupato l’Iraq e l’Afghanistan, destabilizzato la Siria e lo Yemen, causando immani carneficine e devastazioni, la crepuscolare Europa è stata colpita dal rinculo dell’avanzata islamica o pseudo-islamica. Il tutto mentre gli orchi mondialisti si fregano le mani, contenti degli eccellenti risultati: le tensioni interetniche ed interreligiose sono pane per i loro vampireschi denti.

Non stupisca se papa Ciccio, uno dei pontefici più pericolosi della storia, approfitti di ogni occasione per la sua sfacciata propaganda a favore del mondialismo che è, senza giri di parole, una perfetta tirannide planetaria. Abiurando i pur pochi princìpi su cui ancora si reggeva una larvale Chiesa cattolica, questo papa apostata sta conducendo l’umanità verso il mattatoio del XXI secolo.

Ci domandiamo come i Cattolici – i fedeli, non le gerarchie che sono quasi tutte corrotte – possano tollerare le bizze e l’empietà di papa Imbroglio. Perché non ne hanno preteso l’abdicazione? Certo, i fedeli per lo più dormono della grossa e, mentre si dorme, il ladro entra in casa.

Vero è che uno scisma all’interno della Chiesa di Roma, scisma che ci pare probabile, sarà uno fra i segni degli ultimi tempi, quelli che stiamo “vivendo” sotto un cielo senza più nuvole, senza colori, senz’anima. E’ un cielo che sta per crollarci addosso.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

12 maggio, 2016

Oltre (testo di NamikoTV)



Immagina di essere un semplice uomo, senza alcun gioiello, senza abito lussuoso o titolo addosso. Tutto ciò che possiedi è un rifugio, una grotta che consideri un luogo sicuro dove passi le giornate circondato dalle tue paure, senza mai uscire per sgranchirti gli arti che sono deboli e doloranti. L’unico spettacolo che i tuoi occhi pesanti riescono a contemplare è il buio ed il solo compagno accanto a te è il gelo che perfido ti tiene sveglio le notti, causandoti brividi. Provi a vincere il freddo, sfregando le mani sulla pelle, ma l’azione suscita in te soltanto ribrezzo, nel sentirla ruvida e sofferente.

Servirebbe solo una calda voce che ti dicesse semplicemente: “Esiste qualcosa oltre”.

Decideresti allora di allontanarti da quel cunicolo, forse con qualche incertezza all’inizio, ma infine avanzeresti faticosamente sulle tue gambe tremanti.

Cadrai a terra stremato da quell’atto mai compiuto. Sul punto di rinunciare, sentirai ancora: “Più forte sarà il dolore, più gioiosa sarà la conclusione”. Ti appoggerai ad una parete e continuerai a camminare, curioso di sapere se quelle parole così rassicuranti corrispondano al vero. In lontananza vedrai qualcosa di sconosciuto cui non saprai attribuire un nome, pur essendo chiaramente il bagliore dei raggi solari provenienti dall’imboccatura dell’antro. Avvicinandoti ad essa, ti dorranno gli occhi e la luce, ad ogni passo, sarà sempre più difficile da sopportare. Perciò chiuderai le palpebre e coprirai gli occhi atterrito, sgomento. Retrocederai, temendo addirittura per la tua vita.

“Il bene è sempre ignoto”. Udrai tale frase che ti spingerà a correre verso la luce, dimenticando ogni titubanza. Una volta varcata l’uscita della caverna, proverai una soave sensazione sotto i tuoi piedi, diversa da quella causata dalla dura e fredda roccia. Sentirai sulla pelle un calore che ti conforterà. Udrai delle sinuose melodie e fruscii diversi dai suoni dei tuoi incubi solitari che echeggiavano dentro la tua incosciente prigione. Avrai il coraggio di aprire gli occhi, lentamente, prima uno, poi l’altro.

Rimarrai meravigliato da ciò che ti si presenterà davanti…
“perché imparare annulla i confini, chiunque tu sia, ovunque tu sia”.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

10 maggio, 2016

Florida: misteriosi velivoli triangolari, strani boati ed incontri con creature simili a quelle di Varginha

Nella letteratura ufologica il caso di Varginha è uno dei più famosi. Il 29 gennaio 1996, il centro minerario di Varginha, nello stato brasiliano di Minais Gerais, fu teatro di un incontro ravvicinato rimasto negli annali. Un numero imprecisato, ma cospicuo di civili segnalò la presenza di strane creature, simili per certi versi ai celebri Grigi. Pare che i militari avessero catturato alcuni umanoidi, presto deceduti. In base alle testimonianze, la stampa dipinse gli esseri come macrocefali, con tre protuberanze sulle teste calve, grandi occhi rossi senza pupille, bocche sottili, nasi piccoli, lingue nere. Alti circa un metro e sessanta, erano caratterizzati da pelle color marrone, lucida, con vene rosse evidenti sul volto, sul collo, sulle spalle e sulle braccia. Avevano grandi piedi con due dita senza unghie. La loro voce era simile al ronzio delle api”. [1]

L’episodio di Varginha non è unicum: Linda Moulton Howe ha investigato un evento in cui un testimone della Florida, John Smith (pseudonimo), meccanico militare in pensione, ebbe un close encounter con creature pressoché identiche a quelle viste in Brasile.

Nel novembre 1991 Smith, mentre si trovava nella base di Colorado Springs, aveva scorto un velivolo triangolare del tutto silenzioso. L’oggetto si muoveva molto lentamente nel cielo notturno ed incrociava a circa 250 piedi di altitudine, diretto a sude, verso l’installazione di Fort Carson.

Nel 1996, lo stesso anno dell’avvistamento brasiliano, nella città di Altamonte Springs, Smith ebbe un rendez vous con una creatura dall’aspetto inconfondibile, soprattutto per le tre sporgenze sulla testa: i disegni realizzati sulla base della descrizione combaciano con le ricostruzioni di Varginha.

Smith fu anche protagonista di altri eventi singolari: malfunzionamenti di apparecchiature elettroniche, luci che si spegnevano all’improvviso senza ragione, contatti con sfere aggressive, avvistamenti di U.F.O. L’episodio più curioso riguarda il rinvenimento una mattina di alcuni centesimi che erano disposti sul pavimento della camera matrimoniale a delineare la forma di una freccia.

Una notte l’uomo vide una creatura ritta vicino al letto dove dormiva la moglie: l’alieno gli sparò contro una sfera multicolore. Il testimone perse coscienza.

Come se non bastasse, a questo campionario di stranezze, si aggiunge il “solito” boato udito da Smith e dai familiari in un paio di occasioni: la spaventosa deflagrazione fece tremare i vetri della casa.

Globi di luce, presunti extraterrestri bernoccoluti, U.F.O. triangolari, formidabili fragori: che cosa lega tali fenomeni in questa fiera in cui l’inquietante si mischia al grottesco?

Fonte: earthfiles

[1] R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, 2003. s.v. Varginha

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APOCALISSI ALIENE: il libro


06 maggio, 2016

Significati e funzioni delle azioni giudiziarie

“Non esistono poteri buoni” (F. De André)

Se è vero, come è vero, che la giustizia non esiste – d’altronde che cos’è la giustizia, anche nel migliore dei casi, se non una vendetta istituzionalizzata, una punizione il cui esercizio è delegato allo Stato? – come si spiegano le opportune azioni giudiziarie che costellano la cronaca? Qui è arrestato un sindaco fraudolento, là è indagato un imprenditore disonesto, altrove un politico corrotto riceve un avviso di garanzia, addirittura a volte sono sfiorati vicesegretari, ministri, funzionari, vertici dell’esercito: che cosa significano le inchieste e le azioni giudiziarie? Come si spiegano?

A nostro avviso, in primo luogo tali iniziative di singoli magistrati sono il segno della loro vanità, del desiderio di mettersi in mostra, di far carriera. Inoltre talune azioni sono da inquadrare in faide tra diverse conventicole degli apparati, in lotte fratricide fra appartenenze massoniche. Soprattutto le comunque sporadiche ed inefficaci boutades di taluni giudici mirano ad accreditare presso l’opinione pubblica l’immagine di una magistratura solerte, equanime, integerrima. E’ un’immagine che acquisisce particolare risalto nel momento in cui contrasta con il pressoché totale discredito in cui versa la classe “politica” nell’immaginario collettivo. Si crea così uno di quei numerosi e falsi dualismi che il sistema usa per perpetuare il controllo dei cittadini, convincendoli, ad esempio, che “Destra” e “Sinistra” sono diverse, laddove sono non soltanto uguali, ma persino intercambiabili.

E’ sufficiente che, in qualche soporifero dibattito televisivo sia invitata una toga o sia interpellato un ex pubblico ministero, per ridestare nella massa, il cui encefalogramma è piatto o quasi, un sussulto etico, un ingenuo plauso del potere giudiziario: è un po’ come la scossa elettrica che regala qualche istante di vita larvale alla creatura del Dottor Frankenstein. Questo residuo ed estemporaneo consenso è sufficiente per illudere il popolino che esista un’istituzione “buona”, per ribadire le funzioni e le prerogative dell’establishment, anche solo nella sua ipostasi giuridica.

La trinità politica, con il potere legislativo, esecutivo e giudiziario, può così continuare ad esistere e ad esercitare il suo perverso dominio anche attraverso solo una delle sue “persone”, poiché nello Stato la parte, a mo’ di sineddoche, vale per il tutto.

Tali riflessioni non escludono che, in circostanze del tutto eccezionali, agisca qualche giudice intemerato, ma il numero di costoro è veramente esiguo, senza dimenticare che i pochissimi magistrati virtuosi sono, con le buone o con le cattive, messi nelle condizioni di non nuocere all’establishment. Esemplare il caso del magistrato Clementina Forleo che, tra le altre cose, anni addietro, organizzò il prelievo in quota, fallito a causa di una soffiata. Isolata e vessata, la Forleo oggi non può scalfire una situazione inscalfibile.

Così, mentre la fiducia nella giustizia "umana" tocca il grado zero, cresce l’aspettativa in una Giustizia vera, infallibile, adamantina: è una Giustizia superiore.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

04 maggio, 2016

I due compagni



“I due compagni” è un romanzo di Giovanni Comisso (Treviso 1895, ibidem 1969). “Scritto nel 1934, narra le storie parallele di due amici, Giulio Drigo e Marco Sberga. Dietro al primo si nasconde, per dichiarazione dell’autore, un personaggio composto, in parte Comisso e in parte il suo amico, Arturo Martini; l’altro è il pittore Gino Rossi che morì in manicomio. L’epoca è quella della Prima guerra mondiale, vissuta come pura atrocità. I due giovani amici maturano le loro crisi esistenziali in una città di provincia: provati dal conflitto e dal fallimento dei loro matrimoni, si rivolgono all’arte come ad un riscatto possibile. ‘I due compagni’, rievocando con partecipazione diretta questa storica amicizia con le sue opposizioni spesso drammatiche, offre una testimonianza unica di due artisti tra i maggiori del nostro tempo”.

Il libro di Comisso è apprezzabile per il montaggio sincrono delle esperienze vissute dai due sodali, le descrizioni impreziosite da liriche pennellate, l’indugio in pensose introspezioni: sono strumenti espressivi usati con straordinaria sobrietà sì da conferire naturalezza e levità all’esile ordito narrativo. L’autore, attraverso un racconto semplice, comune, esplora il dramma della vita cui forse solo l’arte può dare un senso, una direzione, sia pure quella sbagliata.

Di fronte all’arte gli stessi rapporti umani, soprattutto la relazione tra uomo e donna che si brucia in rovinosi coniugi, appaiono solo surrogati. “Capiva che vivere è un ingannevole e continuo legarsi a persone ed a cose che, con il passare del tempo, si rivelano altrimenti da come erano state considerate prima”. E’ in questa inautenticità, nello stesso dialogo tra i due coetanei, inficiato da incomprensioni, da irriducibili divergenze d’opinione sullo scopo e l’essenza dell’arte, che l’opera si rivela significativo documento delle inquietudini novecentesche. Si situa così nel solco tematico che dall’inettitudine, dal solipsismo, dalla dissonanza con il mondo che porta o può portare alla follia. La follia come unica via di fuga da un mondo folle.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

01 maggio, 2016

Fratricidi



Alle origini fu un fratricidio. Caino uccise Abele. Racconta la Genesi che i sacrifici animali di Abele erano graditi a Dio, a differenza di quelli di Caino che aveva offerto primizie dei campi. Forse il testo biblico attesta la preferenza di YHWH per il sacrificio cruento. Il sangue delle vittime animali si mischiò al sangue di Abele.

I fratelli tebani Eteocle e Polinice si scontrarono in un duello tanto accanito che entrambi morirono.

Alle origini del mondo romano fu un fratricidio. I gemelli Romolo e Remo, dapprima uniti da affetto, diventarono rivali, dopo aver deciso di fondare una nuova città. Remo, favorito dai presagi, schernì il germano, penetrando con un salto nel perimetro che Romolo aveva appena consacrato. Il sacro è anche terribile. La Roma quadrata, nonostante il suo destino glorioso, nacque sotto il segno di un fratricidio, delitto di cui un giorno o l’altro bisognerà pagare il fio.

Questi miti paiono alludere alla dicotomia primigenia, alla lacerante dualità inerente all’essere che, per esistere, si scinde, si strappa. E’ la scissione, la spaventosa caduta nella storia.

Il tempio celeste crolla a contatto con il tempo.

Il regno di Saturno è l’età aurea, ma anche il regno del tempo che divora sé stesso.

E’ fatale che la nube oscura, immensa, che sta per addensarsi sul mondo, proietterà la sua ombra mortale per prima su Roma e sull’Italia...

Nota: l'opera in testa all'articolo è dell'artista californiano Tim Cantor.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

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