02 gennaio, 2016

Ricci



Come si potrebbero definire quelle persone che negano l’incontestabile ruolo distruttivo di governi ed istituzioni variamente assortite? Sono state chiamate “convezionalisti”, ma forse si adatterebbe loro maggiormente il termine di “ufficialisti”, poiché si attengono alle patetiche e romanzesche versioni ufficiali propalate dai media di regime. Siamo comunque al cospetto di un atteggiamento riconducibile al negazionismo: non è quello di chi censura, mente e depista per mestiere, ma un negazionismo come autodifesa, come infantile quanto pervicace rifiuto a guardare in faccia una realtà quasi sempre atroce. E’ questione di maturità, di consapevolezza, di cultura (non nozionismo): chi non ci arriva, non ci arriva, proprio non sembra avere speranze. L’ufficialista si chiude a riccio, non appena è sfiorato dall’ombra di una verità che contraddice la sua rassicurante, benché caramellosa Weltanschauung.

Ad ingagliardire ed a legittimare tale attitudine gioca un ruolo cruciale la televisione di Stato, meglio fielevisione: molti si chiedono per quale ragione gli esecutivi insistano tanto nel pretendere il pagamento dell'iniquo canone RAI; non si potrebbe criptare il segnale dei canali in oggetto, evitando anche i contenziosi derivanti dalla recente decisione di incastrare l’esoso balzello nella bolletta dell’energia elettrica? In realtà, gli introiti garantiti dalla gabella non sono così cospicui, ma fondamentali sono la propaganda, il plagio, il controllo mentale che si attuano attraverso le becere trasmissioni di matrigna, pardon mamma RAI. Lo scopo della televisione non è certo quello di informare e neppure di intrattenere: l’obiettivo coincide con una capillare e costante manipolazione delle diverse generazioni. Il potere può anche rinunciare oggi a qualche provento, tanto domani troverà sempre il modo di dissanguare i cittadini con le mille mignatte del fisco, ma non può permettersi che qualche pecora esca dal gregge.

E’ palese che questa maggioranza di individui dalle reazioni gregarie vive in un mondo di balocchi dove le classi dirigenti e gli "esperti", se si esclude qualche macula di corruzione e di inefficienza, si adoperano sempre e comunque per il bene della collettività. E’ indubbio che ci si può imbattere talora in qualcuno che è sia onesto sia competente, ma questa non è la regola. Inoltre non sono pochi coloro che in totale buona fede agiscono per il sistema satanico, in quanto indottrinati sin dalla più tenera età: si pensi, a titolo di esempio, a quei medici che prescrivono farmaci ed esami nutili o dannosi, convinti di giovare ai loro pazienti, mentre ignorano un approccio olistico e le terapie che potrebbero rivelarsi giovevoli o risolutive.

ll negazionismo dunque non è solo frode: è un modo di essere, è il modo di essere preponderante in questa senescente ed astenica società. Perciò ci sembra si illuda chi continua ad evocare il risveglio, la presa di coscienza per opera del genere umano. Noi – una piccola e combattiva minoranza – siamo ogni giorno più sagaci e più abili, ma il volgo è sempre più scemo e debordante.

Questi sono dati di fatto: non è pessimismo né disfattismo, ma una visione lucida, disincantata, lungimirante della Storia e delle sue dinamiche. Forse una svolta decisiva dipenderà in primo luogo dalla constatazione di quanto sia disperata e compromessa la situazione attuale.

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2 commenti:

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    1. Anche deficienti, perché palesano un deficit più o meno grave di intelligenza.

      Ciao

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